Perché si festeggia il Mese Mondiale dell’Alzheimer (e perché è importante farlo bene) – della dott. Annapaola Prestia, psicologa e fondatrice di SOFIA per la famiglia

Settembre è il mese dedicato alla consapevolezza sulla malattia di Alzheimer e, più in generale, sulle demenze. La campagna internazionale — promossa da Alzheimer’s Disease International e dalle principali associazioni nazionali — non è una “festa” nel senso comune del termine, ma un’occasione strutturata per informare, ridurre lo stigma, mobilitare risorse e promuovere azioni concrete a livello individuale e di comunità.

Perché un mese intero?

Dedicare un intero mese alla tematica permette di raggiungere diversi obiettivi in modo sinergico: campagne informative multicanale, eventi locali che coinvolgono famiglie e scuole, formazione per operatori e servizi di screening o orientamento. Avere un momento identificabile nel calendario aiuta a “tenere la luce accesa” su una condizione che spesso resta nascosta in casa, fra vergogna e disinformazione.

Prevenzione e informazione: non sono parole vuote

Negli ultimi anni ricerche di alto profilo hanno dimostrato che una larga fetta dei casi di demenza è associata a fattori modificabili nel corso della vita (istruzione, controllo dei fattori cardiovascolari, udito, attività fisica, isolamento sociale, ecc.). Le revisioni internazionali e le Commissioni scientifiche indicano che intervenire su questi fattori può ritardare o ridurre un numero significativo di casi di demenza. Questo rende l’informazione — su cosa si può fare e quando — una vera strategia preventiva di salute pubblica.

Le campagne funzionano: evidenze scientifiche

Non si tratta solo di buone intenzioni: studi e valutazioni di campagna indicano risultati concreti. Esempi recenti mostrano che campagne nazionali e regionali, se strutturate bene (mass media + strumenti digitali + strumenti di autovalutazione e risorse locali), aumentano consapevolezza su fattori di rischio modificabili, migliorano la conoscenza e spingono ad azioni concrete (es. ricerca di supporto, cambiamenti nello stile di vita, richieste di controlli medici). Ci sono valutazioni di campagne in Paesi come Danimarca, Olanda e Belgio che documentano miglioramento della conoscenza e dell’atteggiamento della popolazione verso la prevenzione.

Contrastare le fake news e la cattiva informazione

Una delle funzioni più importanti del Mese Mondiale è contrastare miti molto diffusi: per esempio l’idea che la demenza sia “normale” con l’età o che non ci sia nulla da fare per prevenirla. La disinformazione può portare a ritardi nella diagnosi, nell’accesso ai servizi, e a scelte di cura inadeguate. Campagne basate su evidenze aiutano a correggere questi messaggi, spiegando cosa sappiamo — e cosa non sappiamo — dalla ricerca scientifica, e fornendo indicazioni pratiche e verificate. Studi su interventi di alfabetizzazione alla demenza mostrano che migliorare la “dementia literacy” riduce lo stigma, aumenta la fiducia nella gestione e orienta meglio famiglie e caregiver verso servizi utili.

Non solo prevenzione: valorizzare il benessere delle persone con demenza

Informare correttamente significa anche promuovere approcci che mantengano qualità di vita e funzionamento nelle persone già affette da demenza: attività di stimolazione cognitiva, supporti psicosociali, adattamenti ambientali e formazione degli operatori. Il mese di sensibilizzazione è l’occasione per diffondere pratiche basate su evidenza che migliorano il benessere quotidiano e l’inclusione sociale, e per ricordare che ogni forma di demenza merita attenzione — dalle forme più comuni come l’Alzheimer a quelle a esordio più precoce o meno conosciute.

Mantenere la luce accesa: impegno continuo

Un singolo evento o una settimana di informazione non bastano. La sfida è trasformare l’attenzione di settembre in percorsi continui: programmi di educazione per adulti, screening e presa in carico precoce, politiche per l’accesso ai servizi, promozione di città e luoghi “dementia-friendly”. Le evidenze sulle campagne mostrano che quando gli interventi sono pianificati e ripetuti nel tempo, l’effetto sulla conoscenza e sui comportamenti è molto più solido.

Cosa puoi fare come cittadino o come organizzazione

  • Partecipare o promuovere eventi locali durante il Mese Mondiale dell’Alzheimer

  • Diffondere informazioni basate su fonti scientifiche (es. linee guida nazionali, pubblicazioni peer-reviewed).

  • Supportare progetti di educazione alla dementia literacy per caregiver e comunità.

  • Sostener e chiedere servizi di prevenzione (controllo della pressione, ascolto del problema uditivo, attività fisica, stimoli sociali e cognitivi).

Conclusione

Il Mese Mondiale dell’Alzheimer esiste perché la demenza riguarda milioni di persone e le loro famiglie, ed è una sfida che richiede informazione accurata, interventi di prevenzione e cura basati su evidenze, e una società che rimuova lo stigma. Le ricerche più autorevoli ci dicono che molte azioni concrete, diffuse attraverso campagne ben costruite, possono fare la differenza: informare correttamente aiuta a prevenire, a diagnosticare prima, a prendersi cura meglio. Partecipare a questo mese non è solo un gesto simbolico: è un modo per tradurre conoscenza in salute pubblica e qualità di vita

Dott.ssa Annapaola Prestia, psicologa e fondatrice di SOFIA per la famiglia

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