Una volta la scuola cominciava lo stesso giorno per tutti, appunto il Primo Ottobre. Grembiulini blu per i maschi e bianchi per le femmine, colletti bianchi con fiocchi enormi, le cartelle di cartone, i quaderni con le copertine tutte uguali, i pennaioli forniti di penna, matite, temperamatite, gomma per cancellare e una scorta di pennini nuovi.
I libri erano soltanto due, il sussidiario con le varie materie come matematica, storia, geografia ed il libro di lettura che era il più usato. Era l’avvio dell’anno scolastico e si tornava in classe al suono della campanella alle 8.30 per l’entrata e l’uscita era alle 12.30
Le aule, rigorosamente per maschietti o per femminuccie, contenevano una trentina di banchi biposto, con un ripiano rigido in cui era inserito un calamaio per l’inchiostro e sotto c’era uno spazio per riporre la cartella.
I bambini di prima elementare venivano chiamati ‘remigini’ perché in questo giorno veniva celebrato San Remigio.
Con la legge n. 517 del 4 agosto del 1977 l’anno scolastico doveva cominciare tra il 10 e 20 settembre mentre la fine era prevista tra il 10 e il 30 giugno. Il primo ottobre veniva così relegato nei ricordi di passate generazioni.
Ma sentiamo Edmondo De Amicis cosa scrive nel libro Cuore :
«Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla ‘Sezione Baretti’ a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia».….e commenta anche la fine della mattinata scolastica «Avevo proprio bisogno di trovar mia madre all’uscita e corsi a baciarle la mano. Essa mi disse: – “Coraggio Enrico! Studieremo insieme”. – E tornai a casa contento. Ma non ho più il mio maestro, con quel sorriso buono e allegro, e non mi par più bella come prima la scuola»