La nascita della saponetta Palmolive risale al 1898 anno in cui una azienda americana avvia la sperimentazione di un sapone i cui ingredienti principali sono l’acido oleico e l’acido palmitico. Possiamo vedere la pubblicità di questa verde confezione già nel neonato Carosello del ’57 e proseguirà negli anni successivi tanto che Palmolive diventa un sinonimo di sapone.
Il nome del marchio richiama scenari esotici come fanno i concorrenti ricorrendo al laim dei Caraibi o alle foreste del Nord o un cavallo bianco che corre libero sulla spiaggia.
Le origini del sapone risalirebbero ai babilonesi intorno al 2800 a.C. ma troviamo traccia anche nei papiri egizi e nella Bibbia anche se i Greci e i Romani non utilizzavano sapone ma oli profumati e strigili, ovvero attrezzi ricurvi in metallo (dei raschietti insomma) con cui veniva rimosso lo sporco dalla pelle.
Ma il sapone artigianale è una tradizione antica che risale a migliaia di anni fa. In passato ogni famiglia contadina faceva il proprio sapone in casa con un processo laborioso dove il grasso animale veniva messo in un grosso pentolone con dell’acqua portata fino all’ebollizione in modo da sciogliere il grasso. A quel punto veniva aggiunta una soluzione di soda caustica e acqua. Questo composto veniva mescolato continuamente fino a quando non diventava una miscela densa e viscosa.
In passato, il sapone veniva anche profumato con oli essenziali come la lavanda o il rosmarino. Questi oli venivano aggiunti alla fine del processo di produzione per dare al sapone un profumo gradevole.Esiste anche una pianta del sapone cioè la Sapindus Mukorossi che comprende arbusti e piccoli alberi nativi di regioni temperato-calde o tropicali sia del Nuovo che del Vecchio Mondo.
Il sapone nei secoli è stato utilizzato per lavare la lana nell’industria tessile, per curare piaghe e malattie della pelle, per tingere i capelli e come unguento