ANZIANI IN COMUNITÀ – di Giorgetta Dorfles

Che aiutare gli altri sia il migliore antidoto contro la sensazione di inutilità della vita che alle volte ci afferra a tradimento? E’ una tesi sostenuta da sempre dalla Comunità di Sant’Egidio, attiva da anni nel campo del volontariato. In seguito, considerando l’aumento della longevità e le condizioni di salute degli anziani che vanno sempre migliorando, ha voluto coinvolgere anche la terza età. Così nel 1998 è nato un movimento, chiamato “Viva gli anziani”, che intende valorizzare l’esperienza e l’energia ancora disponibile di queste persone mettendole al servizio del prossimo. L’idea di base è che gli anziani possono essere una risorsa poiché, oltre al tempo che hanno a disposizione, possiedono un patrimonio culturale e spirituale da consegnare ai più giovani.

Intanto con il loro esempio possono ridimensionare un po’ i cardini della società dei consumi, che vive sotto la dittatura della fretta e della produttività a tutti i costi. Potremmo dire, sulle orme di Erich Fromm, che l’anziano può esprimere al meglio la superiorità dell’ ”essere” sull’ “avere”, opponendo alla visione materialistica della vita i valori della gratuità, dell’accoglienza, del rispetto per i più fragili. Questo dunque lo scopo dell’associazione: dedicare il proprio tempo ad azioni di solidarietà e di sostegno a favore degli anziani più deboli e svantaggiati, fare visita a chi si sente isolato e tagliato fuori dal mondo, proporre compagnia e ascolto agli ospiti degli istituti, prendersi cura dei più deboli. Ma i volontari senior collaborano anche alle iniziative storiche della Comunità, come preparare i pranzi di Natale offerti ai meno abbienti o distribuire i pasti alle persone senza fissa dimora, raccogliere vestiti usati e renderli utilizzabili da chi vive per strada.

Queste attività non solo rappresentano un valido aiuto nel rendere più serena la vita di altre persone, ma servono anche ai volontari per evitare di ripiegarsi su se stessi, rimuginando sulla debolezza dell’età o sui rimpianti della vita passata; sono quindi una valida risorsa per sconfiggere il senso di impotenza e di inadeguatezza trasmesso alle volte dalla società stessa, che può condurre alla rassegnazione e alla depressione.

Il movimento organizza anche incontri con giovani, bambini e adolescenti, perché non si perda il legame fra generazioni e gli anziani possano trasmettere il valore della storia, della memoria e dell’esperienza personale. Altri incontri avvengono con gli stranieri extra comunitari, che spesso svolgono il compito di assistenti domiciliari alle persone in età. Sono occasioni di conoscenza e di confronto fra culture e tradizioni diverse che possono favorire un rapporto di reciproca stima e di arricchimento, in modo da avviare un primo passo verso l’integrazione di questi soggetti troppo spesso tenuti ai margini della società.

Del resto è proprio nello spirito della Comunità offrire lo stesso aiuto e considerazione a persone di qualsiasi condizione, fede o provenienza, quindi gli anziani sono chiamati a rappresentare la dignità della persona umana in tutte le fasi della vita e vanno incoraggiati ad una partecipazione attiva nella lotta contro l’isolamento e il disagio economico, in nome delle fraternità.

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