…Non occorre mica arrivare agli eccessi.
FILOSOFO – Quindi va bene un godimento medio, ridotto, bisogna accontentarsi di una felicità tranquilla, ponderata, pur avendo a portata di mano tanto di più? Se è così, è quello che predicava Epicuro, ti ricordo.
COLLEGA – É solo questa la critica che sai muovere all’edonismo scientifico?
FILOSOFO – No, c’è dell’altro. Il punto di fondo è questo: provare piacere o godimento non coincide con la felicità, che è uno stato dell’anima e del corpo ben più complesso e non facile da realizzare. Qui si apre un ventaglio di altri obiettivi che è necessario raggiungere per ottenerla, e non sono gli stessi per tutti.
COLLEGA – Che cosa vuoi dire? Mi sembra che tu abbia un’idea piuttosto complicata della felicità, che a me risulta invece qualcosa di semplice e immediato.
FILOSOFO – Forse chiamiamo con lo stesso nome cose diverse. Per me ci vuol altro, per esempio: bisogna aggiungere l’amicizia. Senza amici, anche solo uno o due, ma veri, non da social, è difficile essere felici. Se n’era accorto anche Epicuro, in tarda età. Lo stesso senza un compagno o compagna da amare e con cui condividere l’esistenza, anche se non vale per tutti, qualcuno ci riesce da solo. Pure la convivenza con un piccolo animale peloso può contribuire alla felicità. La lista, ti dicevo, è lunga e variegata. Chi ha bisogno, per star bene, di vivere in luoghi ameni e sentirsi parte della natura, chi ama la città, chi senza qualche buon libro si sente perduto, chi trova quello che cerca nei viaggi, chi desidera pace e isolamento, chi non può far a meno di frequentazioni stimolanti, vai pure avanti tu. Ecco, a tutto questo vanno aggiunti, naturalmente, i momenti di piacere, che sono essenziali, ma da soli non bastano, non sono la felicità e non danno felicità separati dal resto.
COLLEGA – Ma uno non potrebbe accontentarsi di quegli stati di piacere indotto che la sofisticata scienza medica odierna può regalargli, sperando poi di trovare col tempo altre integrazioni edonistiche?
FILOSOFO – Contento lui.
