Briciole di Filosofia 4a Puntata – di Carlo Dellabella

AMICO – Ma è quello che faccio io, quando posso, e senza filosofia.

FILOSOFO – Aspetta, se no sembra che la filosofia non serva. Ecco che arrivano le domande. Dobbiamo porci un limite alla ricerca e al godimento del piacere? Oppure, per ottenere il massimo della felicità, ci è lecito anzi è necessario afferrare più piaceri il più intensamente possibile?

AMICO – Mah, io credo che sia sbagliato esagerare.

FILOSOFO – La pensava come te già un antico filosofo, un certo Epicuro. Per lui la filosofia non doveva proporsi nient’altro che la ricerca della felicità.

AMICO – É una gran bella filosofia, che seguo anch’io da sempre, senza sapere che fosse una filosofia.

FILOSOFO – Bene. Abbiamo detto poco fa che la felicità consiste nel provare piacere. Per opposto, possiamo aggiungere che il dolore provoca infelicità e quindi è da evitare. Ma che cos’è la felicità?

AMICO – L’hai appena detto: provare piacere.

FILOSOFO – Sì, ma qual è lo stato d’animo, il sentimento che proviamo e ci pervade quando siamo felici perché sentiamo piacere?

AMICO – Mah, io so solo che quando mi sento felice sono felice.

FILOSOFO – Epicuro, che era greco, chiamava la felicità “eudaimonìa”. Potremmo tradurre “tranquillità d’animo”, “serenità”. Alla lettera vuol dire “convivere bene col proprio demone o spirito”, sentirsi in pace con se stessi.

AMICO – Mi sembra un po’ poco. Per me felicità è qualcosa di più.

FILOSOFO – Ma non dicevi che non bisogna esagerare? Stai attento, perché c’è il rischio che un godimento smodato, lo sballo o l’uso di droghe per aumentare il piacere, causino poi, passato il momento di estasi, l’opposto della felicità, cioè il dolore. Proprio per questo Epicuro consigliava un edonismo – così si chiama la sua filosofia basata sul piacere, in greco edoné – un edonismo, dicevo, controllato, prudente. Secondo lui, una ricerca sfrenata del piacere non ci farebbe vivere bene, tormentati come saremmo non solo dalle conseguenze negative degli eccessi, ma anche da desideri perennemente insoddisfatti.

AMICO – Insomma self control anche nel piacere. Ma allora non ci resta che accontentarci, mi sembra, se vogliamo vivere sereni e tranquilli, di una felicità ridotta, sotto controllo?

continua

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