Con questo Dialogo di Carlo Dellabella si apre la rubrica Briciole di filosofia [titolo che la mia presunzione ha rubato al grande filosofo danese Sören Kierkegaard], che sarà strutturata a puntate.
DIALOGO 1
AMICO – Ti vedo pensieroso. Cosa stai rimuginando dentro di te?
FILOSOFO (così detto perché insegnava filosofia) – Ah, niente. Una cosa di quando ero ancora a scuola.
AMICO – E insegnavi filosofia. E la filosofia crea problemi, nessuno me lo toglie dalla testa. Problemi che senza la filosofia neanche sai che esistono.
FILOSOFO – Per una volta non ti posso dar torto.
AMICO – Ma insomma cosa ti tormentava?
FILOSOFO – Pensavo ad un episodio che, non so perché, mi è tornato in mente. Una volta a scuola, in classe, mi sono addirittura incazzato.
AMICO – Dai, racconta. Cos’era successo?
FILOSOFO – C’è modo e modo di incazzarsi, sai. Ci si può incazzare esternamente, in maniera plateale, che si vede bene che sei incazzato: dici parole che non dovresti e non vorresti dire, magari offendi, ti vien voglia, ad un certo momento, addirittura di menar le mani. Perché l’altro è un cretino e non capisce niente.
AMICO – Non dirlo a me. A me succede, e come se mi succede.
FILOSOFO – A me raramente, ma adesso non importa. E c’è un modo di incazzarsi dentro, perché non puoi farlo fuori. Questo secondo modo è peggio, perché il primo è un’esplosione, fa rumore ma prima o poi si esaurisce. L’altro è un’implosione, e ti resta dentro. E passa molto più lentamente. Magari ti può anche lasciare il segno.
AMICO – Mi piace di più il primo modo di incazzarsi.
FILOSOFO – Però nella scuola, lo capiresti anche tu se ci fossi stato, nella scuola dove mi trovavo tentando di compiere una missione impossibile, insegnare, nella scuola (almeno allora) ti potevi incazzare solo nel secondo modo.
AMICO – D’accordo. E allora?
FILOSOFO – Lui era uno studente dell’ultimo anno, al liceo, figlio di albergatori facoltosi. Io al mio primo incarico alle superiori. L’accoglienza non era stata delle migliori. Già le mie materie si presentavano strane.
AMICO – Voglio ben dire. La storia non so, ma la filosofia, dai, a cosa serve la filosofia?
FILOSOFO – Vuoi farmi incazzare pure tu?
AMICO – No, scusa. Va’ avanti, voglio sentire.
FILOSOFO – Dopo un po’ che avevo cominciato la lezione, il ragazzo mi interrompe e mi chiede quanto prendo. Glielo dico. Neanche quanto un mio cameriere, mi fa. Allora vai a scuola dal tuo cameriere, gli dico io.
AMICO – Ben detto.
FILOSOFO – Quasi a dimostrare chi era, quello se ne esce di nuovo, senza alzar la mano o aver chiesto di parlare. Ma a cosa serve sta filosofia? Me lo sa spiegare prof?
[CONTINUA]