…..Credo di aver capito, almeno mi sembra.
FILOSOFO – É un giochetto di logica, basato sul principio di non contraddizione. Ma presenta due punti deboli. Il primo, minore: perché un non credente dovrebbe accettare su Dio quella definizione, se lui di Dio non sa niente? E proprio così ce lo presenta Anselmo: insipiens in latino, il contrario di sapiens. Il secondo, il più importante, è stato smascherato da Kant nell’Ottocento. Ha chiarito in via definitiva, il grande filosofo tedesco, che l’esistenza o meno nella realtà non aumenta o diminuisce la perfezione di un concetto. Lo ha fatto col famoso esempio dei cento talleri, la moneta allora in uso: se io li conosco bene e so come sono fatti, che io li abbia o no in tasca, cioè che siano realmente esistenti, non altera minimamente l’idea che ne ho, anche se, naturalmente, cambia la mia condizione economica.
AMICO – Mi sforzo di seguire, ma stiamo andando sul difficile. A proposito, che fine ha fatto qui a Trieste il tallero monumentale in onore di Maria Teresa?
FILOSOFO – La stessa fine del tram di Opicina, temo. Ma possiamo andare avanti oppure ne hai abbastanza?
AMICO – Mah, se prometti di semplificare, e pazienza se spremendo ancora di più qualcosa va perso, ti ascolto.
FILOSOFO – Bene. Facciamo un volo di secoli allora e in Giordano Bruno troviamo una descrizione di Dio veramente alta, lontana da ogni residuo antropomorfico. Senti cosa scrive: «Uno è l’atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, uno lo ente…non si muove perché non ha cosa fuori di sé ove si trasporta, non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare, non si corrompe perché non è altra cosa in cui si cange, non può sminuire o crescere, atteso che è infinito.» E ancora: «La divinità si trova in tutte le cose, la quale divinità, come in modi innumerabili si diffonde e comunica, così ha nomi innumerabili e per vie innumerabili si onora e cola.» Questa concezione si chiama panteismo, e la Chiesa la considerava eretica. Inoltre Bruno immaginava il mondo percorso, animato da un’unica sostanza vivente: questa concezione, che risaliva ai primi filosofi greci (ed è ancora propria di culture religiose orientali), si chiama animismo o pampsichismo. Puoi capire la reazione della Chiesa, anzi di tutte le Chiese del tempo, comprese quelle protestanti, con l’accusa di eretico “impenitente e pertinace”, ateo addirittura, fino alla terribile condanna al rogo in Campo dei Fiori a Roma, dove il 17 febbraio del 1600 Bruno venne arso vivo.
AMICO – Non erano bei tempi, per permettersi idee strane su Dio. Ma anche oggi, in certi luoghi, non si può scherzare con la religione.