E’ stato recentemente presentato alla libreria Lovat il libro di Carlo Dellabella, Casi Strani (Ed. Europa 2022, pp.168) L’autore è stato professore di filosofia nei licei della Regione ed attualmente insegna all’Università della Terza Età di Trieste. Presidente per anni della sezione locale del WWF, la questione ambientale e la filosofia della scienza fanno parte dei suoi interessi. Ha pubblicato un saggio filosofico, ancora in uso a livello universitario: la prima (e unica) traduzione, con ampio commento, della versione latina del Discours de la méthode di Cartesio.
I racconti brevi che compongono il libretto sono ispirati da una fantasia surreale e sono tutti percorsi da una vena di assurdità o di alterità rispetto al normale svolgersi degli eventi. Questi piccoli scostamenti dal contesto abituale possono insinuarsi come un tarlo nella mente dei protagonisti, tanto da farli dubitare della propria identità. Come succede, ad esempio, ne Il presagio, che apre la raccolta, dove il malcapitato è preda di un’ossessione per qualcosa che potrebbe succedergli in ogni momento, ma non sa né cosa né quando, e che finirà per rovinargli la vita, o in Realtà instabile, dove la cosiddetta realtà, che diamo per scontata, comincia a giocare brutti scherzi, oscillando in modo inquietante.
E’ da notare un’ulteriore “stranezza”, nessuno dei protagonisti ha un nome, sono tutti terze persone anonime indefinite: egli, lui, lo sventurato, l’infelice, ecc. Non sono nessuno oppure, chissà, possono essere ciascuno di noi, perchè tutti potremmo finirci dentro, in un modo o nell’altro, sembra dire l’autore.
In genere i personaggi sembrano dominati da forze esterne alquanto oscure, contro le quali è quasi impossibile lottare. Sono entità spirituali, preposte a manovrare le fragili vite umane, spiritelli malevoli che portano scompiglio, esseri di un mondo più progredito che sovrintendono ai nostri destini?
E’ facile il rimando ai romanzi di fantascienza, ma c’è anche la lezione di Kafka e di Stephen King, sicuramente amati da Dellabella. In altri traspare la formazione dell’autore, infatti nascono e si sviluppano da questioni filosofiche, rivisitate in chiave fantastica. Così le cose minacciano una crisi metafisica perchè non vengono più evocate col loro nome originario, dopo la scomparsa della lingua primigenia con cui erano state create. O nell’ipotesi di una catastrofe ambientale, che in futuro potrebbe minacciare la sopravvivenza della specie umana, la cosa più terribile sembra la scomparsa delle parole, il nostro più importante segno distintivo.
Ma i racconti non finiscono qui. Leggendoli, scoprirete per esempio come alle numerose patologie della memoria che incombono sugli anziani se ne possa aggiungere un’altra, non meno terribile (Memoria a strascico); o come possa entrare in crisi, su nei cieli, il sistema di produzione delle anime in seguito al boom demografico (L’esperimento).
In conclusione, racconti dove il substrato filosofico si diluisce in uno stile discorsivo, con una scrittura semplice, seppur attenta nei vocaboli e nella struttura delle frasi, che non rinuncia alla precisione dei concetti. Una scrittura spesso velata di ironia, che attenua e alleggerisce la tragicità di alcuni finali.
La Redazione