C’era una volta il bucato (prima della lavatrice) – di Sergio Sergas

Per prima cosa si andava alla fontana a prendere l’acqua e poi si poneva la biancheria in ammollo in mastelle di legno dolce spargendo piccole scaglie di sapone coprendo il tutto con un telo bianco di lino o canapa su cui si versava sopra la cenere ben setacciata. Vicino per riscaldare l’acqua,mista a sapone e soda, c’era la “ stagnada “ un grande calderone di rame. L’acqua riscaldata e piena di sostanze sgrassanti e sbiancanti , detta “ liscivia “, veniva poi colata sopra la cenere. Soltanto a quel punto si andava alla fontana o al torrente per il risciacquo ottenuto battendo e strizzando più e più volte il bucato. Alla fine in una mastella di acqua pulita si stemperava un fagottino contenente una polvere detta “ perlin o blù di Prussia “ che dava una sensazione puramente visiva di bianco. Per l’asciugatura, nella stagione primaverile o estiva, si stendevano i panni sull’erba pulita altrimenti li si appendeva su dei fili tesi tra due pali.

Oggi apriamo l’oblò, scegliamo il programma e via …….

 

COMMENTA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

I NOSTRI PARTNER

SEGUICI SUI SOCIAL

Share This