Chi avrebbe mai pensato che fare la fila al supermercato possa migliorarci la vita?
Forse lo sanno gli anziani di Trieste che preferiscono andare in banca e in posta, piuttosto che affidarsi agli strumenti dell’informatica. Lo dicono le statistiche: l’affluenza agli sportelli a Trieste presenta dei dati totalmente anomali, delle percentuali molto più alte che nel resto d’Italia; sarà per la maggiore concentrazione di anziani che, probabilmente, hanno qualche difficoltà a misurarsi coi nuovi mezzi tecnologici. Passare il tempo in coda, però, può essere anche un modo per uscire dall’isolamento, fare due chiacchiere con il vicino, oppure sentirsi investiti di un ruolo socialmente riconosciuto, quello del solerte cittadino che compie il suo dovere. Certo, c’è anche a monte una mentalità ligia alle regole, retaggio della disciplina austro ungarica, e infatti i vecchi a Trieste usano pagare le bollette sempre entro la scadenza, se non il giorno successivo al ricevimento.
Lasciando da parte il bisogno di socializzazione degli anziani, esiste in realtà un vantaggio in questa attesa agli sportelli, che potrebbe sembrare irritante. Ce lo dice uno studio di una psicologa americana della Chicago University School of Business, che spiega come stare in fila può addestrarci alla vita. I test parlano chiaro: chi più aspetta assegna maggior valore allo scopo dell’attesa, compie la scelta giusta, anche in termini di vantaggio economico, e trae maggiore soddisfazione personale.
E’ dunque sbagliato, dice la scienziata, dare più valore alle cose che si ottengono subito, come vuole l’opinione comune, sottovalutando i meriti di ciò che si può avere in futuro. E chiarisce il processo che sta alla base di questa affermazione, che la scienza chiama “auto percezione”, cioè valutare noi stessi allo stesso modo in cui ci formiamo un’impressione del prossimo osservando come si comporta. L’attesa ci concede un tempo sospeso, questo iato fra il pensiero e l’azione, che ci consente di calcolare meglio cosa in realtà vogliamo e preferiamo fare, ma anche di analizzare le nostre reazioni quasi dall’esterno, in modo più obiettivo.
Quindi, aspettare disciplinatamente il proprio turno alla cassa, senza diventare nervosi e aggressivi, ci allena a diventare più pazienti, a trovare soluzioni, a prendere le decisioni giuste e a ricevere maggiore gratificazione.
Comunque impariamo dalle persone anziane a vivere con lentezza e meditiamo sui danni personali, economici, sociali, e ambientali prodotti da una vita ad alta velocità. Per vivere meglio in questo mondo frenetico il primo passo è rallentare a livello individuale, darci il tempo di riflettere che ci regala la coda al supermercato.