DIANA ATHILL

Diana Athill è nata Londra nel 1917, cresciuta nella contea inglese di Norkfolk in una casa di campagna e si è laureata a Oxford, nel 1939 e ha lavorato per la BBC durante la seconda guerra mondiale.

Decisivo fu l’incontro con Andrè Deutsch nella casa editrice Allan Wingate e collaborarono, successivamente, nella casa editrice che prese il nome di Andrè. Nel 1952 Diana intraprese una carriera editoriale in un momento in cui era impensabile associare una donna al mondo dei libri e per una cinquantina di anni è stata un editor molto affermata vicino a scrittori molto importanti. Nell’ambiente era apprezzata per la sua grazia e la sua gentilezza e rusciva a instaurare un ottimo rapporto con gli autori traendo il meglio dai loro scritti.

Nel 1962 si mette in proprio ed esce il suo primo libro An Unavoidable Delay, una raccolta di racconti e pubblica altre due opere di narrativa: un romanzo intitolato Don’t Look at Me Like That (1967) e nel 2011 un altro volume di storie,Notte di mezza estate in fabbrica.

Ma noi qui vogliamo ricordarla per il suo libro sulla vecchiaia “ Da qualche parte verso la fine “.

Scritto quando era già ultranovantenne risulta essere una sorta di autobiografia con delle riflessioni sul procedere dell’esistenza e anche sul fine vita descritte con senso dello humour in un bilancio positivo di sé stessa e con una accettazione degli altri.

Nel 2009 un po’ sorda e deambulante con l’aiuto di un bastone, si era trasferita in una residenza per “anziani attivi” a nord di Londra dicendo di questa decisione: ” All’arrivo in questa casa ho capito che sarebbe stato adatta a me. Una vita senza preoccupazioni in un piccolo nido accogliente..pieno di splendidi amici..”.

Cosa vuol dire invecchiare viene descritto da Diana Athill senza falsi pudori, senza veli, senza paure nel suo conflitto verso le trasformazioni del corpo, nel non provare più interesse per il sesso o la narrativa, nel “ fare un uso più morigerato del rossetto “ ma anche nel sentirsi finalmente liberi di essere se stessi, senza più volere o dover rendere conto agli altri.

In queste ultime tappe del suo percorso esistenziale l’autrice ripercorre il suo passato di donna che non ha voluto figli ma non ci sono rimpianti ed emerge il ritratto di una donna che è vissuta secondo le sue volontà e le sue scelte. Senza forti pregnanze con gli uomini o con la religione, senza vincoli e senza regole privilegiando le attività che più le piacevano. Sono state queste esperienze a renderla una vecchia serena, tranquilla, a volte ironica, non tormentata dal pensiero della morte ma in attesa di essa come della conclusione naturale.

E proprio perché è molto difficile “ disporsi alla morte con un atteggiamento ragionevole “ che la Athill risulta essere molto comprensiva verso gli anziani egoisti, prepotenti e pieni di rancore.

Muore a Londra il 23 gennaio 2019, all’età di 101 anni, a seguito di una breve malattia.

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