Divorzi Grigi – di Giorgetta Dorfles

Una volta celebrare le cosiddette nozze d’argento, ovvero i 25 anni di matrimonio, o addirittura quelle d’oro, dopo 50 anni, era un traguardo ambito. Figli e nipoti si riunivano per festeggiare questo trionfo dell’amore. In quel giorno si dimenticavano liti, aggressioni verbali o anche fisiche, a cui qualcuno poteva avere assistito, si metteva da parte la coltre di noia stesa dall’abitudine su una vita ormai costretta entro certi parametri, senza lasciare spazio alle incursioni della fantasia. Era un traguardo che dava un’investitura di rispettabilità e di rilevanza sociale.

Ma i tempi cambiano e l’aumento della durata della vita, assieme al miglioramento delle condizioni economiche generali, consentono ai coniugi di guardarsi dentro e di valutare se abbia veramente senso continuare ad accettare la vicinanza di una persona che non ci riserva alcuna sorpresa, che non ci attrae più. Molte volte è proprio l’incontro con qualcuno che affascina o che apre nuove prospettive a mettere in crisi i matrimoni adagiati sulla routine, e questo può avvenire a qualsiasi età. Sono infatti in aumento i cosiddetti “divorzi grigi”, ovvero le separazioni che avvengono sulla cinquantina e oltre, che risultano uno strumento utile per sbarazzarsi di un partner con cui non si è più in sintonia.

Siamo dunque di fronte a un vero cambiamento culturale e sociale, come conferma l’intervista col Dott. Stefan Woinoff, esperto di relazioni, psicoterapeuta e autore di bestseller, pubblicata da Club-50plus, sito di incontri e nuove amicizie per gli over 50. “Dagli anni ’90, il tasso di divorzio dopo 25 anni di matrimonio è quasi raddoppiato, l’età media del divorzio è aumentata di 8 anni, fino a 44 anni per le donne e 47 anni per gli uomini. Le ragioni sono molteplici.” Venuta meno l’educazione dei figli e la costruzione di una famiglia, i criteri per valutare l’importanza di un possibile compagno cambiano: per vivere al meglio gli anni che seguono ai 50, vale di più la comunanza d’interessi e di valori, gli stimoli intellettuali e la voglia di progettare nuove avventure. Ed anche il freno del perbenismo borghese e del giudizio degli altri sta venendo meno in una società dove si apprezza soprattutto il mantenimento di una prestanza fisica e il successo personale.

“Anche per le persone più avanti con gli anni, il divorzio non rappresenta più un tabù, quindi la crisi di mezza età si trasforma quasi in una “seconda adolescenza”, in cui la ricerca del meglio può arrivare a far mettere in discussione e riorientare il concetto di rapporto sentimentale. Secondo la mia esperienza di terapeuta, anche l’età percepita gioca un ruolo importante. Le persone si sentono ancora attraenti e sexy, e le industrie della bellezza e farmaceutiche le aiutano in questo senso, e quindi vogliono essere ancora protagoniste del gioco della seduzione, godere dell’attrazione erotica, rivivere l’innamoramento e l’amore anche in età avanzata”.

Qualora si decida di porre fine al matrimonio, il dottor Woinoff consiglia di non restare single. La solitudine infatti è una delle maggiori cause di disagi fisici e psichici: tutto il campionario delle malattie tipiche dell’età avanzata sembra favorito dallo stress indotto da una vita solitaria. Le affermazioni dell’esperto sono perentorie:” La solitudine è addirittura il killer numero uno: statisticamente, è più pericolosa di tutti gli altri fattori di rischio. Un rapporto arriva addirittura a dire che la solitudine fa ammalare quanto fumare 15 sigarette al giorno”.

Ne deduciamo che conviene buttarsi a capofitto nelle braccia di un nuovo partner. Ma esiste un tempo consono da rispettare fra una relazione e l’altra? “Ognuno deve decidere per sé stesso. In nessun caso si devono sopprimere i sentimenti d’amore per una nuova persona solo perché sono sorti “troppo presto” dopo la fine di una relazione. Il cuore è un muscolo dinamico e può anche adattarsi rapidamente a nuove situazioni”.

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