Leggero, agitato, profondo, oppure bifasico o polifasico, a seconda delle “porzioni” di sonno adottate nell’arco
della giornata. Qualsiasi sia la sua caratteristica, il sonno permane una funzione necessaria, anzi vitale per
tutti, in ogni età ma soprattutto varcata una certa soglia anagrafica. Si parte da un dato: quante ore dormire?
La scienza regala una risposta oramai classica, quella delle 8 ore, cifra rapportata in media ma che per molti
anziani diviene spesso ardua da realizzare, incappando quindi nella trappola dell’insonnia. Qui necessita un
distinguo: “ Non bisogna assolutamente confondere l’insonnia con la fatidica “brutta nottata” – sottolineano gli
specialisti dell’ARIS – i veri disturbi del sonno sono altro, cioè quando ci si addormenta difficilmente e ci si
sveglia sistematicamente più volte in una notte. E’ quando ci si sveglia allo spuntare dell’alba ritrovandosi
ancora stanchi”.
Questa è la prima distinzione da fare sui cosiddetti disturbi del sonno.
Le insonnie occasionali hanno di solito vita breve, si esauriscono in pochi giorni o nel lasso di settimane,
permettendo la ripresa del sonno senza la somministrazione dei sonniferi. Qui le cause possono essere
molteplici, legate a preoccupazioni personali, ai postumi di cene pesanti e alcool smodato, agli effetti
dell’ambiente ( buio, troppa luce, letto scomodo) senza contare le conseguenze di viaggi impegnativi aerei,
dell’uso di determinati medicinali ( tra cui cortisonici, ormoni tiroidei, teofillina) e gli effetti di eccitazioni di vario
tipo, frutto magari di visioni di spettacoli ad alta tensione. L’insonnia si alimenta piuttosto con cause
psicologiche, si nutre della depressione o dei semi di stress e nervosismo eccessivo accumulato nell’arco
della giornata. I rimedi esistono, le cure non mancano, da coltivare spesso anche nel segno del buon senso: “
Una buona regola è quella di evitare i sonnellini pomeridiani – esortano gli esperti – e possibilmente non
andare a letto alla sera sino al sopraggiungere della vera sonnolenza. Inoltre, se non ci si addormenta entro
dieci minuti, è bene alzarsi, abbandonare la camera da letto e fare qualcosa che occupi l’attenzione”. E i
farmaci? Per gli anziani tali accorgimenti dovrebbero essere limitati e comunque dettati soltanto dallo
specialista. La lista dei consigli non si esaurisce qui. Il catalogo delle buone prassi contro l’insonnia ricorda di
evitare caffè e simili alla sera, di limitare il fumo, di rispettare orari regolari per i pasti, di stare possibilmente
lontano dal letto per guardare la tv e per mangiare. Su queste basi si può aspirare ad una dose di sonno
accettabile, magari corredata dai sogni. Già, i sogni. Ma questa, come dicevano gli antichi, è tutta un’altra
storia…
I Disturbi del Sonno – di Francesco Cardella
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