Nei tempi passati la maggior parte delle donne era dedita ai lavori di agricoltura e di allevamento del bestiame. Queste contadine si occupavano della raccolta dei frutti della terra e del bestiame sin da bambine e il matrimonio non modificava questa situazione lavorativa anzi dovevano badare alla casa e ai figli. Dunque queste donne di umili origini conducevano una vita piena di doveri e assolutamente faticosa. Tra le varie fatiche domestiche spiccava il bucato. Infatti per prima cosa si andava alla fontana a prendere l’acqua e poi si poneva la biancheria in ammollo in mastelle di legno dolce spargendo piccole scaglie di sapone coprendo il tutto con un telo bianco di lino o canapa su cui si versava sopra la cenere ben setacciata. Vicino per riscaldare l’acqua,mista a sapone e soda, c’era un grande calderone di rame.
L’acqua riscaldata e piena di sostanze sgrassanti e sbiancanti veniva poi colata sopra la cenere. Soltanto a quel punto si andava alla fontana o al torrente per il risciacquo ottenuto battendo e strizzando più e più volte il bucato. Alla fine in una recipiente di acqua pulita si stemperava un fagottino contenente una polvere detta “ blù di Prussia “ che dava una sensazione puramente visiva di bianco. Per l’asciugatura, nella stagione primaverile o estiva, si stendevano i panni sull’erba pulita altrimenti li si appendeva su dei fili tesi tra due pali.