IL POSTINO NON SUONA PIU’ – di Milvia Minen

Una voce anonima attraverso il citofono avverte : POSTA !!! Apro il portone e anche se- a volte – scendo subito a ritirare la mia corrispondenza il postino è già scomparso sul suo motociclo, un bel casco lucido al posto del vecchio berretto col frontino, un capiente bauletto per la posta sul sedile posteriore. Così il latore rimarrà per sempre uno sconosciuto a differenza dei postini di una volta….

Con il supporto del libro “ Io mi ricordo “ di Giovanni Papi traggo delle testimonianze risalenti a tempo fa.

Il signor Luigi era un postino rurale che si faceva a piedi e con qualsiasi tempo 23 chilometri al giorno e lo fece per 53 anni senza marcare visita neanche una volta. Quando finalmente gli assegnarono una bicicletta, la sua vita migliorò notevolmente anche se qualcuno rammenta ancora – sorridendo – la volta che finì in un fosso e dovette poi asciugare la posta vicino al caminetto, lettera per lettera, foglio per foglio…

Suo figlio Giovanni e il nipote, Luigi pure lui, con orgoglio, continuarono la dinastia del postini facendo il proprio dovere.

Ma a fare il portalettere c’erano pure le donne…

La signora Virginia durante l’estate portava con sé nel suo giro di distribuzione una sua nipotina che di solito abitava in città. Nei lunghi percorsi tra i campi la bambina immagazzinava entusiasta colori e profumi, godeva dell’ospitalità della gente che gratificava entrambe con qualche dolcetto e le ristorava con l’acqua fresca dei pozzi.

Però la nonna non le raccontava di quando quei campi erano immersi nella nebbia e la vegetazione gelava così che la nipote credeva che quello era il mestiere più bello del mondo.

Ma anch’io mi ricordo del nostro postino, il signor Giacomo. Tre o quattro decenni fa il mio rione era veramente periferia e lui si faceva ogni giorno – di buon passa – le stradine in salita. Aveva un borsone di grosso cuoio, lucido per l’uso, che portava a tracolla e mi
chiedevo se quel peso non gli schiacciasse la pancia.

Le case del rione – a quei tempi – non avevano dei numeri civici in sequenza ma erano sparse. Un forestiero avrebbe sicuramente avuto difficoltà a rintracciare i loro abitanti ma il nostro postino conosceva perfettamente tutte le ubicazioni e mai una lettera ritornò al
mittente con la dicitura “ destinatario sconosciuto “.

Un saluto cordiale, un bicchiere d’acqua fresca d’estate o un bicchierino di grappa d’inverno quando al mattino una sottile lastra di ghiaccio scricchiolava sotto ai suoi scarponi, faceva contenti latore e ricevente.

Per anni aveva portato nelle nostre case notizie buone e cattive… quando erano buone se ne rallegrava come uno di famiglia e quando erano tristi sembrava sentirsi quasi quasi in colpa per averle portate.

Che caro ricordo per il signor Giacomo un postino vecchio stampo !!!

Ora mail, sms, chat, whatsapp………

COMMENTA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

I NOSTRI PARTNER

SEGUICI SUI SOCIAL

Share This