….ma perchè rifiutare doni da amici?»
«Non è solo ritrosia o modestia, c’è una ragione più profonda che ha a che fare con la mia
filosofia.»
«Ho letto i suoi scritti, tuttavia mi farebbe piacere sentire direttamente l’autore.»
«Saprà allora che ho meditato e scritto molto sulle passioni umane, in particolare su come
possano condizionare e limitare la libertà dell’uomo. Tra queste, assieme ai piaceri che
derivano dai sensi e dagli onori, una delle più potenti è la ricchezza, il desiderio di
denaro.»
«Dunque per condurre una vita morale dovremmo liberarci dalle passioni?»
«No, questo è l’errore degli asceti, che non comprendono la natura umana e immaginano
gli uomini non come sono, ma come loro vorrebbero che fossero. Le passioni, di cui siamo
af etti (come dice bene il latino af ectus), non sono vizi, bensì proprietà della nostra
natura.»
«Allora che cosa dobbiamo fare per condurre bene la nostra vita, se delle passioni non
possiamo liberarci e ogni momento corriamo il rischio di cadere in balìa dell’una o
dell’altra?»
«Dobbiamo partire dalla consapevolezza che la specie umana non è privilegiata, è una
formazione naturale come tutte le altre. Pertanto siamo soggetti, come tutti gli esseri
viventi, ad un principio fondamentale che ho chiamato conatus, cioè lo sforzo di
autoconservazione e (possibilmente) di miglioramento del proprio stato.»
«Proprio richiamandosi al suo conatus, nelle neuroscienze si parla oggi di omeostasi.
Tuttavia, preso atto che non siamo un’eccezione come voleva invece l’antropologia
tradizionale, quale spazio rimane per il nostro libero volere se anche noi siamo così
condizionati come gli altri esseri viventi?»
«Proprio questa è la domanda fondamentale che mi sono posto. »
«Ed è riuscito a trovare una risposta?»
«Credo di sì, nei limiti consentiti dalla mia visione del mondo.»
Intervista a Spinoza 2a puntata – di Carlo Dellabella
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