Intervista a Spinoza, 7a Puntata – di Carlo Dellabella

….travolse invece la sua esistenza?»

«Non ci fu una sola causa, piuttosto un processo, anche se abbastanza rapido. Intanto dallo stesso rabbino che mi istruiva ebbi modo di conoscere la filosofia della natura di Giordano Bruno, che mi piacque e mi colpì molto. Ma dove sperimentai un tipo di vita diverso e imparai ad esprimere liberamente quello che pensavo fu alla scuola di Franciscus Van den Ende, un umanista ex gesuita. La frequentavo per imparare il latino, indispensabile se volevo scrivere qualcosa ed essere letto. Qui teneva spesso lezione anche la figlia di Van den Ende, una giovane molto colta e molto graziosa, della quale un po’ mi innamorai, anche se poi lei sposò un altro. Lessi anche le opere di Cartesio, il filosofo che allora andava per la maggiore, e sul quale mi veniva chiesto di tenere delle lezioni. Sulla sua filosofia scrissi anche un saggio, l’unico che potei pubblicare col mio nome, nel quale esponevo anche le mie divergenze.»

«D’accordo, ma tutto questo spiega come fu che le sue idee cambiarono così radicalmente su tante cose?»

«Credo di sì, anche se non so rispondere con precisione alla sua domanda. Si trattò, credo, di una maturazione da parte mia: dai miei studi alla sinagoga e dalla frequentazione dell’ambiente di Van den Ende, cominciai a vedere come gli esseri umani non riuscissero a controllare le loro passioni, come le religioni si reggessero spesso su menzogne e superstizione, come soprattutto le diverse idee sulla Divinità avessero sempre qualcosa di umano, un Dio per gli uomini, al loro servizio.»

«Insomma la sua filosofia stava prendendo forma.»

«Proprio così e io credetti di poterne parlare apertamente con amici e conoscenti. Fu questo il mio errore. Dalla sinagoga e dal rabbino Morteira, profondamente deluso, arrivarono prima esortazioni, poi minacce; addirittura il pugnale di un fanatico per poco non mise fine alla mia vita e all’imbarazzo della comunità ebraica. Mi salvai grazie all’ampio mantello che portavo, dove il coltello affondò senza toccare il mio corpo.»

«Neanche l’attentato fallito alla sua vita la indusse a starsene più tranquillo, a non esporsi?»

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