Jukebox

Io non ho, tu lo sai un soldino per suonar il mio juke-box

Oooh triste sarà se questa sera non potrò sognar.
Ma io penso che se tu un soldino presti a me per il juke-box,
Oooh stringerti potrò, ballando a tu per tu, così.
Uuh
Negli anni ’60, quelli del boom economico italiano, dagli Stati Uniti arriva anche il
Jukebox, una macchina con il suono ad alta fedeltà accompagnato da tante luci colorate
destinata a far ballare la gente nei locali pubblici. La sua peculiarità era di riprodurre a
pagamento, in locali grandi e piccoli, la musica che andava di moda, coinvolgendo un
pubblico assolutamente eterogeneo , dai teenager amanti del rock di Elvis Presley agli
appassionati di musica melodica. Mettendo una moneta da 50 lire nella gettoniera si poteva
ascoltare una canzone a tutto volume, e con 100 lire si passava a tre canzoni. Le canzoni si
sceglievano tra quelle presenti nell’archivio del jukebox, rappresentato sempre da 50 o 100
dischi in vinile a 45 giri, premendo una pulsantiera composta da lettere e numeri. Compito
del gestore del locale era quello di aggiornare i dischi in base alla hit-parade settimanale
trasmessa dalla radio.
Il jukebox è una macchina che insieme al flipper ha segnato la storia dell’intrattenimento
pubblico nei bar, presente anche in moltissimi film e telefilm

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