La comunità allen-attore di Felicità – di Giulia Albano

È possibile vivere un invecchiamento felice?
Spesso le persone che immaginano il proprio invecchiamento visualizzano i cambiamenti del loro percorso di vita con uno sguardo pre-occupato. E se cominciassi a far fiorire in te l’idea che possa iniziare una vita nuova, un’esperienza diversa e qualunque cosa accada sarà un’opportunità di crescita per te, per le persone che hai accanto e per la Comunità scegliendo di creare nuove relazioni interpersonali e rivestire un ruolo sociale attivo?

L’invecchiamento è un processo che inizia nel momento in cui nasciamo e può essere vissuto in pienezza ad ogni età, aggiungendo vita agli anni, s-velandone la bellezza e accogliendone le possibilità.

Come?

“Per invecchiare a lungo e bene bisogna essere sani e felici”. Questo ha sostenuto il professor David Lipschitz, docente di Psichiatria all’Università dell’Arkansas, in un convegno tenutosi a Vancouver (Canada) qualche anno fa. Una rivoluzione: la chiave per l’invecchiamento oltrepassa il sentirsi bene sul piano fisico, psichico e sociale ed è strettamente legata al percepirsi felice.

E cos’è questa felicità?

Un obiettivo reale a cui tendere. Non una felicità frivola, effimera, ma una felicità che viene dal fronteggiamento delle sfide quotidiane, dal superamento dei problemi, dal risolvere le difficoltà. È scelta di essere felici indipendentemente da ciò che accade nel qui e ora delle nostre vite.

Una felicità più impegnativa da raggiungere rispetto a quella che deriva dal soddisfacimento di un piacere, dall’acquisto di un bene, dal ricordo di un momento passato, ma una felicità alla portata di tutti, che si costruisce e allena nel tempo, che è strettamente legata al concetto della Psicologia Positiva di dare vita alla propria fioritura.

E quale ruolo ha la comunità rispetto al fiorire di noi anziani?

Nessuno diventa felice da solo. Ed è per questo che è urgente oggi far germogliare nuove competenze nei luoghi di vita degli anziani, nei caseggiati, nei condomini, nelle piazze, nei giardini per promuovere, sostenere, facilitare la nascita di una comunità felice. Spetta alle realtà dei territori, amministrazioni locali, enti del terzo settore e privati, valorizzare iniziative e attività volte a sviluppare il capitale psicologico di ciascuno, affinché il futuro divenga sempre di più spazio di sviluppo del potenziale delle persone anziane e del capitale relazionale di una comunità.

Quali sono le iniziative e le attività capaci di allenare il muscolo della felicità?

Alcune importanti esperienze nazionali stanno dimostrando che per immaginare ed andare ad abitare il futuro dell’invecchiamento felice dobbiamo attrezzarci come comunità e che la gentilezza, la gratitudine, la bellezza, la speranza, l’ottimismo escono dalla categoria “buoni sentimenti” e diventano strategie, strumenti e cuore di esperienze positive capaci di allenare il muscolo della felicità delle persone anziane e di tutte coloro che intorno ad esse vivono.

Diffuse ormai su tutto il territorio nazionale sono ad esempio le installazioni pubbliche immersive dedicate alla gratitudine e alla gentilezza. Ci sono muri che nutrono la speranza, ad esempio quelli della gratitudine costruiti a Milano, Pisa e in altri comuni italiani, dove scrivere o attaccare post it, per dire solo grazie, una marea sterminata di “grazie”, scritti con tutti i colori e in tutte le lingue del mondo. Tutte le persone della comunità si fermano a leggere, qualcuno sorride, qualcuno si commuove, tutti vogliono partecipare: una manifestazione collettiva di gratitudine e un simbolo di speranza.

Ci sono panchine che non rappresentano più un semplice arredo urbano, ma sono custodi di preziosi momenti di gentilezza. Con un po’ di vernice e tanta creatività, sono diventate un simbolo per tante comunità che ne hanno onorato l’uso: qui “ci si può ritrovare”, “si può cantare insieme”, “giocare con i propri amici”, oppure “scambiarsi un dono”. Simbolo di gentilezza riconosciuto e diffuso, capace di allenare tutte le persone che la incontrano, alla capacità di saper incontrare l’altro.

Le persone che vivono esperienze positive accrescono il loro senso di benessere alimentando la percezione di efficacia, potenza, valore e così la capacità di rispondere in modo ottimistico e propositivo agli eventi della vita.

E voi da dove potete scegliere di partire?

Da domani portate nelle vostre vite agguati di gratitudine consapevole e atti casuali di gentilezza.

Pensate alle persone che hanno fatto la differenza nelle vostre vite. Qualcuno che ha lasciato una meravigliosa traccia indelebile dentro di voi, rendendovi una persona migliore. Scrivete loro una lettera di gratitudine e fate in modo che la riceva. Potete scegliere di spedirla se la persona a cui la dedicate abita lontano o se non ci sono le condizioni per incontrarla, oppure consegnarla a mano, vivendo fino in fondo la vostra e la loro reazione a quelle parole inaspettate di riconoscenza.

Prendetevi cura delle persone che amate.

Create atti casuali di gentilezza che sappiano sorprenderli: un regalo inaspettato, un vaso di fiori appena colti sulla tavola, un bigliettino con una parola gentile sotto la tazza della colazione… liberate la creatività!

Allora la nostra vita diventa un luogo dove la felicità è di casa. E se siete in contatto con un rappresentante di un’amministrazione locale, un ente del

terzo settore o privato chiedete loro di diventare allen-Attore di Felicità.

La felicità non si cerca ma si progetta, si costruisce e si crea nelle comunità.

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