I farmaci da banco, che tentazione. Sono tanti gli anziani che ne fanno incetta, convinti di sapere gestire da soli i malanni meno gravi, senza dover fare la fila dal medico: il doloretto all’anca, le fitta alla schiena, il muscolo indolenzito. Nelle farmacie sono in bella mostra sugli scaffali non solo gli integratori, ma anche i farmaci senza obbligo di ricetta: ci sarà pur sempre il cliente che può venire catturato dalla novità di un prodotto che promette buoni risultati.
Ma è poi vero che questi medicinali, chevengono dispensati così liberamente, non sono dannosi?
Proprio una categoria fra questi è stata presa di mira da un’ inchiesta, che ha individuato come in Italia esista un altissimo consumo di antinfiammatori: sono circa 80 milioni le confezioni vendute in un anno a base di diclofenac ed altri simili principi attivi, cioè dei Fans, acquistati senza prescrizione. L’inganno sta nel credere che presentino meno rischi perchè sono farmaci “fai da te” ma, come spiega Alessandro Nobili del Mario Negri di Milano, questo non è sempre vero, soprattutto nel caso di anziani che assumono già altri medicinali a causa di malattie croniche: “Un antinfiammatorio per il mal di schiena, ad esempio, può avere interazioni con prodotti che servono a curare problemi cardiovascolari o di pressione. Si pensa di avere a che fare con prodotti più maneggevoli ma non è vero”.
Anche l’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco sotto la vigilanza del Ministero della Salute, di fronte al dato che nel nostro paese 56 persone ogni mille prendono una dose di Fans, parla di abuso da automedicazione e di scarsa attenzione da parte dei medici, che sottovalutano le complicanze gastriche, fino all’ulcera, che ne possono derivare. Per far fronte a questa tendenza la società scientifica, assieme a quella dei geriatri, ha cominciato già da anni a indire incontri e corsi di formazione per promuovere anche in Italia l’uso degli oppioidi, che riducono il dolore agendo direttamente sul sistema nervoso. A sostenere questo cambio di rotta interviene Paolo Cherubino, vicepresidente della Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia; secondo la sua valutazione, gli oppioidi in gran parte dei casi possono sostituire i Fans, inoltre hanno meno effetti collaterali e agiscono meglio sul dolore perchè lo affrontano direttamente.
NegliUsa,invece,siassistealfenomenoopposto:ilNewYorkTimeshaaddiritturalanciato l’allarme sull’utilizzo eccessivo di oppioidi, prescritti persino a chi non ne avrebbe bisogno. Si discute anche degli effetti a lungo termine di una terapia del genere e sulla possibilità di creare una dipendenza. Ma Cherubino non demorde: “L’abuso in Italia riguarda gli antinfiammatori. Degli oppioidi si paventa il rischio dell’assuefazione, che invece è remoto, ma noi ci battiamo perché nel nostro Paese nasca una vera cultura della lotta al dolore. I pazienti hanno diritto a non soffrire e questi prodotti sono un’arma in più”.