LA MALATTIA DI PARKINSON E NUTRIZIONE – delle dott.Maria Carmela Macchione e Michela Basichella – tratto da Parkinson.it

La Malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer; circa 1 persona su 100 ne soffre entro i 60 anni di età.

Ad oggi non esiste ancora una cura che porta alla guarigione totale, ma esistono diversi trattamenti farmacologici che possono alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita.In ambito di ricerca scientifica, viene posta maggiore attenzione allo studio di misure preventive con l’obiettivo di ritardare l’insorgenza di questa patologia.In questo studio è stato dimostrato come il consumo di caffeina possa ritardare l’insorgenza della malattia di Parkinson in modo dose-dipendente. La caffeina è lo stimolante più consumato al mondo con diversi effetti tra cui insonnia, riduzione dell’affaticamento, effetti sulla pressione sanguigna e in ambito di malattie neurodegenerative, attraverso un meccanismo complesso, sembrerebbe aver capacità neuroprotettive.
Le prove suggeriscono che tale effetto è maggiore negli uomini rispetto alle donne e non ha un beneficio nelle donne sottoposte a terapia ormonale sostitutiva. Sebbene ci sia una forte correlazione con conseguenze negative tra eccessivo consumo di caffeina e malattie cardiovascolari, nella malattia Parkinson, invece, potrebbe avere effetto benefico in individui con una predisposizione genetica ad un esordio precoce.
Sono necessari ulteriori studi per approfondire e confermare tale effetto.

L’obiettivo di questo secondo studio è stato esaminare l’associazione tra assunzione di vitamina B6, vitamina B9 (folati) e vitamina B12 e l’incidenza di Malattia di Parkinson.

Sono state analizzate 80.965 donne e 48.837 uomini attraverso questionari sulla frequenza alimentare. Un questionario di frequenza alimentare è uno strumento dietetico che viene utilizzato per misurare l’assunzione di determinati alimenti e in questo caso vengono esaminati gli alimenti contenenti le vitamine prese in considerazione nel suddetto studio.
L’assunzione delle vitamine del gruppo B è stata misurata al basale (inizio dell’osservazione) e successivamente ogni 4 anni utilizzando questi appositi questionari.
In conclusione, emerge un possibile effetto protettivo della vitamina B12 sullo sviluppo della Malattia di Parkinson. In particolare, i risultati dimostrano un rischio minore di insorgenza di Malattia di Parkinson tra gli individui con un’assunzione elevata di vitamina B12 al basale. Tale effetto non è dimostrato con l’assunzione di vitamina B6 o vitamina B9.

Commento Nutrizionale:
La vitamina B12 è una vitamina molto importante per l’organismo umano. Essa è coinvolta in diversi ruoli, come per esempio nella produzione dei globuli rossi, nel sistema nervoso in quanto ricopre e protegge le fibre nervose, nella formazione del midollo osseo, etc.
Essa deve essere assunta regolarmente con la dieta perché il nostro organismo non riesce ad accumularla in dosi adeguate.
L’assunzione raccomandata di vitamina B12 per la popolazione italiana adulta è di 2,4 µg al giorno.
Per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina B12 è sufficiente assumere una porzione di latte o yogurt al mattino e nel corso della giornata una porzione a scelta tra formaggio, uova, pesce (soprattutto aringa, trota, sgombro e salmone) o carne.

Commento nutrizionale:
In Italia, ogni giorno si consumano 9,3 milioni di caffè e la metà degli italiani beve regolarmente almeno una tazzina di caffè al giorno. Senza aggiunta di zucchero o latte, le calorie di una tazzina di caffè sono veramente minime.
La caffeina è anche presente nel tè, nella coca-cola, nelle bevande energetiche e nelle barrette di cioccolato.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico sulla sicurezza della caffeina e sulla base dei dati disponibili, l’assunzione di caffeina fino a 400 mg al giorno (circa 4 caffè), consumata nel corso della giornata, non pone problemi di sicurezza per gli adulti sani della popolazione in genere, fatta eccezione per le donne in gravidanza. Dosi singole di 100 mg di caffeina (circa 1 caffè) possono influire sulla durata e sulla qualità del sonno in alcuni adulti, soprattutto se consumate poco prima di andare a dormire.

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