Con il mese di settembre, la società intera sembra risvegliarsi dopo la pausa estiva. Tuttavia, per gli anziani in pensione, questo periodo può essere percepito in modo differente. Senza le scadenze imposte dal lavoro o dagli impegni quotidiani, molti rischiano di cadere in una routine che, sebbene rassicurante, risulta poco stimolante dal punto di vista cognitivo e sociale. Numerosi studi hanno dimostrato come la mancanza di attività strutturate nella terza età possa favorire l’insorgenza di problemi legati al benessere psichico e fisico, tra cui il deterioramento cognitivo e la solitudine.
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Gerontology (2019), il mantenimento di un’attività cognitiva e fisica regolare può avere un impatto positivo sul rallentamento del declino cognitivo legato all’età. Attività come la lettura, il gioco degli scacchi, la risoluzione di cruciverba o il coinvolgimento in corsi di apprendimento continuo risultano efficaci nel preservare le capacità mentali. Queste attività non solo stimolano il cervello, ma promuovono anche interazioni sociali che contrastano il rischio di isolamento, una condizione spesso sottovalutata ma altamente correlata al deterioramento cognitivo e alla depressione negli anziani (Harvard Health, 2020).
La transizione dalla vita lavorativa alla pensione può comportare una perdita di struttura quotidiana e di obiettivi personali. Questo è particolarmente evidente dopo lunghi periodi di inattività, come le ferie estive, quando la mancanza di scadenze rischia di consolidare abitudini sedentarie. Tuttavia, le ricerche sottolineano che stabilire nuove routine, anche senza pressioni esterne, è fondamentale per il benessere complessivo nella terza età. Ad esempio, uno studio condotto dal Rush University Medical Center ha evidenziato che gli anziani che partecipano regolarmente a nuove attività sociali e intellettuali presentano un rischio ridotto del 30% di sviluppare demenza (Wilson et al., 2021).
In conclusione, è essenziale che anche gli anziani colgano l’opportunità di settembre come un nuovo inizio. Il rischio di adagiarsi nella quotidianità è reale, ma può essere evitato con un impegno attivo nel ricercare nuove esperienze. Partecipare a corsi, impegnarsi in attività di volontariato, esplorare nuovi interessi o semplicemente restare connessi con la comunità sono tutte strategie efficaci per contrastare l’inerzia. È un invito a vivere la terza età non come una fase di declino, ma come un periodo di rinascita e partecipazione attiva, combattendo la solitudine e mantenendo vivace la propria mente.
Dott.ssa Annapaola Prestia, psicologa e fondatrice di S.O.F.I.A. per la famiglia