LE INTERVISTE IMPOSSIBILI di Carlo Della Bella – CARTESIO 3a puntata

….da imparare da quella lettura.

Ma continuai: «D’acord, Monsieur Descartes. Ma ci sarebbe qualche altra “piccola cosa”, più o meno spinosa. Il cogito, oggi potremmo dire autocoscienza, ha dei precedenti: Agostino, Campanella e altri. Invece la priorità della scoperta è andata a lei.»

«Oh, i precedenti. Si trovano sempre dei precedenti, a volerli cercare. Ma non sono la stessa cosa. E poi anche per colui che ha scoperto l’inconscio, il mio opposto per così dire, Freud, sono stati indicati precursori e riferimenti prima di lui.»

«Un’altra questione importante – proseguii – – riguarda il rapporto tra anima e corpo, tra pensiero e materia. Qui proprio non ci siamo. Sono due realtà diverse per natura, che pure, inspiegabilmente, si condizionano a vicenda. L’espediente della ghiandola pineale non sembra neanche degno di lei: una porta di comunicazione tra due mondi, materia e spirito.»

Pensai a Star Gate. Cartesio rispose dopo un momento di riflessione: «In effetti la questione è difficile e complessa, ma spero di risolverla alla fine. Ci riesco sempre.»

Pensai a Poirot e alle sue cellule grigie. Che Agatha Christie si sia ispirata a Cartesio?

Intanto lui continuava: «Mi sto convincendo che il condizionamento è reciproco, anche l’anima “patisce”, per così dire, gli stati del corpo, che condizionano quindi il nostro spirito. Si potrebbe parlare appunto di “passioni dell’anima”. Ne sto discutendo per via epistolare con una giovane molto brillante, colta, vivace, la principessa Elisabetta del Palatinato, che vive in Olanda dopo la sconfitta del padre Federico V nella guerra dei Trent’anni. Ho anche avuto modo di incontrarla: mostrava ammirazione nel sentirmi esporre le mie teorie. Il suo spirito è tanto al disopra del comune che essa capisce senza fatica quello che riesce difficile ai nostri dottori.»

É noto quanta stima avesse di sé Cartesio, oltre la falsa modestia spesso ostentata. Intanto lui continuava: «Ne ho scritto anche alla regina Cristina di Svezia, chissà che non mi inviti a Stoccolma.»

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