….un’ ultima stoccata dovevo dargliela.
«Quel meccanicismo che andava così bene nella fisica lei lo applica tout court anche agli esseri viventi. Al corpo umano, la cui fisiologia, lo sappia, è molto, molto più complessa di quanto pensava lei, che aveva in mente, come modelli, automi e orologi. Passi per il corpo umano, tanto poi lei ci mette dentro l’anima, che cambia tutto. Il disastro si ha con gli animali, dei quali praticamente lei non è in grado di capire niente. Questo non sarebbe grave, l’ignoranza è un mare sconfinato, niente di male se lambisce anche il grande Descartes. Gravi e terribili sono state poi le conseguenze della sua famigerata tesi degli animali-macchina. Essa consentì a chi la condivise un crudele sperimentalismo “a cuor leggero” sugli animali, vivisezione compresa.»
«Oh, les animaux. (Gli era scappato il francese, forse lo avevo toccato.). Forse non avrò capito che anche loro in qualche modo comunicano e magari le reazioni che manifestano, quando l’equilibrio meccanico dei loro organi viene violentemente perturbato, possono essere scambiate per una forma di fastidio o addirittura di dolore, da chi osserva da una prospettiva antropomorfa. Quanto al resto rimango convinto che non ci sia continuità tra noi e loro, con buona pace di Darwin. Noi abbiamo l’anima, loro no. Molte religioni mi danno ragione. E poi non faccia tanto il puro. Avete tutta un’altra concezione e sensibilità per gli animali, ne sapete molto di più, ma continuate tranquillamente a massacrarli, non solo per mangiarli, a martoriarli, ad usarli come cavie nella sperimentazione medica. Vi comportate verso di loro più o meno come chi la pensa come me.»
Non aveva tutti i torti. Ma quell’uomo era irritante. Stavo per dirgli, fuori dai denti, che era ancora più antipatico dell’idea che mi ero fatta leggendo i suoi scritti, quando mi svegliai.