LOTTA ALL’AGEISMO – 2a puntata

Il vocabolario Treccani definisce l l’ageismo una forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età; in particolare, forma di pregiudizio e svalorizzazione verso le persone anziane. Nel 1969 Robert Butler, psichiatra e geriatra , coniò il termine ageism (da age: età), che trent’anni dopo sarebbe stato accolto nella lingua francese come âgisme e ben più tardi in quella italiana come ageismo: parola e concetto da noi poco consueti.

In condivisione con la Fondazione Alberto Sordi, from The Journals of Gerontology Series A: Biological Sciences and Medical Sciences are provided here courtesy of Oxford University Press, pubblichiamo la traduzione italiana in alcune puntate della ** “Carta di Firenze”, un manifesto globale contro l’ageismo in sanità, redatto da esperti di tutto il mondo.
L’ageismo, ossia la discriminazione basata sull’età, ha effetti negativi sulla salute e sull’assistenza. La Carta propone azioni educative e politiche per combatterlo.
Supportata dalla strategia ONU Decade of Healthy Ageing (2021–2030), mira a ridurre la discriminazione legata all’età e a promuovere una longevità in salute.
L’ageismo, spesso sottovalutato, colpisce sia giovani che anziani, ma è particolarmente dannoso per i più anziani a causa delle fragilità legate all’invecchiamento (ad esempio, il 40% degli anziani non può accedere alle cure migliori).**

CARTA DI FIRENZE 2a puntata

Ageismo nell’assistenza Sanitaria: Principali manifestazioni, conseguenze e azioni

Ageismo Endemico e Interiorizzato – Una barriera a un’assistenza adeguata

Manifestazione

La sottovalutazione universale delle persone anziane permea la nostra cultura ed è alla base dell’ageismo nell’assistenza sanitaria. L’ageismo può anche essere interiorizzato e, infine, applicato a se stessi (ageismo autodiretto). In particolare, le persone anziane possono interiorizzare lo stereotipo che la vecchiaia sia un periodo di malattia e declino inevitabile, un processo mentale che può imporre barriere all’adozione di comportamenti che promuovono la salute e all’accesso ai servizi sanitari e sociali in età avanzata.

Conseguenze

Tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dall’istruzione alle cure acute e a lungo termine, insieme alla prevenzione a livello di popolazione, rimangono obsoleti e inadeguati a soddisfare i crescenti bisogni della popolazione anziana, e l’ageismo nell’assistenza sanitaria non sarà risolto finché non si affronterà l’ageismo endemico. Gli anziani che interiorizzano l’ageismo sperimentano un peggioramento della salute fisica e cognitiva e una riduzione dell’aspettativa di vita rispetto agli anziani con convinzioni positive sull’invecchiamento. Le persone con stereotipi negativi sull’invecchiamento possono disimpegnarsi da comportamenti sani e salutari, come l’assunzione di farmaci prescritti, la partecipazione ad attività fisiche o il seguire una dieta sana, perché non vedono il potenziale beneficio di tali comportamenti. Gli anziani possono anche rifiutarsi di accedere ai servizi sanitari e sociali, perché credono di non meritare un accesso equo ai servizi di assistenza sociale o perché vi è uno stigma associato.

Azione

È necessaria un’educazione sull’invecchiamento e sull’ageismo nella popolazione in generale, inclusa la popolazione anziana attuale, per smantellare i preconcetti esistenti, promuovere comportamenti salutari lungo tutto l’arco della vita e rafforzare l’idea che ogni persona ha lo stesso valore indipendentemente dall’età. Sono disponibili interventi che supportano le convinzioni positive sull’invecchiamento e che hanno dimostrato di migliorare le percezioni sull’invecchiamento e la salute; tali interventi dovrebbero essere ampiamente diffusi e supportati.

Ageismo Formativo – Nessuna educazione sull’invecchiamento

Manifestazione

L’invecchiamento è ignorato nei curricula dei programmi educativi per diversi fornitori di assistenza sanitaria e sociale. C’è troppo poca consapevolezza del fatto che l’invecchiamento sano sia fortemente influenzato dalle scelte che facciamo lungo tutto l’arco della vita.

Conseguenze

La mancanza di opportunità di conoscere il processo di invecchiamento e le persone anziane in generale può lasciare inalterate ed incontrastate le norme culturali e generare atteggiamenti negativi contro i pazienti anziani. La maggior parte degli operatori sanitari e sociali non ha ricevuto opportunità di formazione sull’invecchiamento e sugli anziani e quindi non è preparata a rispondere alle preferenze e ai bisogni di assistenza sanitaria e prevenzione dei pazienti anziani che tali operatori sanitari finiranno per curare.

Azione

Dovrebbero essere sviluppate e implementate politiche per garantire che l’invecchiamento diventi parte integrante di qualsiasi curriculum formativo per i professionisti della sanità e dell’assistenza sociale. Gli operatori sanitari e sociali dovrebbero anche avere l’opportunità di partecipare ad attività intergenerazionali che coinvolgono le persone anziane, poiché è stato dimostrato che questo impegno riduce efficacemente l’ageismo.

Ageismo Clinico

Squilibrio tra poca attenzione al trattamento e scarsa attenzione alla prevenzione

 

Manifestazione

 

Nonostante le forti evidenze che le esposizioni e i comportamenti nei primi anni di vita possano influenzare il processo di invecchiamento, così come la salute e la funzionalità nella vita adulta, e che la prevenzione e la promozione della salute siano efficaci anche nelle età più avanzate, l’invecchiamento è ancora ampiamente considerato un processo di decadimento naturale che non può essere modificato.

  • Conseguenze
  • Gli investimenti nella sanità sono principalmente indirizzati al trattamento delle malattie, ovvero alla cura delle patologie quando diventano clinicamente evidenti, piuttosto che alla prevenzione o alla promozione della salute nel corso della vita. Il progresso nella cura medica ha quindi principalmente prolungato la durata della vita caratterizzata da malattia, con poco effetto sull’aspettativa di salute e sulla sana longevità.
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    Azione

  • Dare priorità alla medicina preventiva e la salute pubblica nelle prime fasi di vita e in tutto l’arco di vita aumenterà la probabilità di vivere una vita più lunga e più sana per tutti. Il principale scopo dell’assistenza sanitaria non dovrebbe essere solo curare le malattie, ma piuttosto di posticipare l’insorgenza delle malattie, della fragilità e della disabilità.
  • Ageismo Clinico:
  • Focus sul trattamento isolato delle singole malattie utilizzando evidenze non applicabili agli anziani
  • Manifestazioni
  • L’assistenza sanitaria è principalmente focalizzata sulla diagnosi e la gestione delle singole malattie seguendo linee guida basate su evidenze generate in adulti con poche patologie. L’ageismo può portare a trattamenti errati o eccessivi, ovvero alla somministrazione di un intervento terapeutico basato su evidenze specifiche per malattie generate in adulti ed estrapolate agli anziani.
  • Conseguenze
  • Questo processo decisionale basato sulla malattia si traduce in interventi che potrebbero non essere benefici e potrebbero persino essere dannosi e onerosi per gli anziani, e non affronta ciò che conta di più per loro. Ad esempio, il focus esclusivo sul trattamento delle singole malattie può portare agli effetti avversi della politerapia, a interventi potenzialmente dannosi e a ospedalizzazioni/ricoveri non necessari, poiché le singole malattie si accumulano e le funzioni generali e le preferenze vengono ignorate.
  • Azione
  • Oltre ad acquisire e utilizzare evidenze terapeutiche sugli esiti funzionali, basati sui sintomi e sulla qualità della vita negli anziani con patologie multiple, l’assistenza dovrebbe concentrarsi sull’identificazione degli obiettivi specifici di salute degli anziani e sull’implementazione di cure realistiche allineate con il raggiungimento di questi obiettivi. Il trattamento dovrebbe essere deciso in collaborazione con il paziente e nel contesto delle sue co-morbilità, capacità funzionale, supporto sociale e ambiente di vita.
  •  
  • Ageismo Clinico – Mancanza di coinvolgimento nelle scelte di cura
  • Manifestazione
  • Il processo decisionale clinico non considera adeguatamente alternative di cura che potrebbero meglio allinearsi con le priorità e le preferenze soggettive dei pazienti anziani, incluso la decisione di non somministrare trattamenti per evitare danni iatrogeni. Ad esempio, la funzionalità, la fragilità e la disabilità sono spesso obiettivi primari appropriati per gli interventi, ma le persone anziane potrebbero non essere coinvolte nello sviluppo di un piano di cura con questi obiettivi in mente.
  • Conseguenze
  • Le scelte terapeutiche vengono proposte agli anziani e ai loro caregiver senza informarli di altre possibili scelte e obiettivi che potrebbero meglio corrispondere alle priorità e alle preferenze soggettive. Una scarsa adesione potrebbe essere la conseguenza del limitato coinvolgimento degli anziani nel processo decisionale sui trattamenti.
  • Azione
  • Identificare gli obiettivi di salute di ciascun individuo utilizzando un approccio assistenziale incentrato sulla persona, fornendo una spiegazione completa ed esauriente delle conseguenze delle scelte terapeutiche alternative per consentire un processo decisionale condiviso, dovrebbe diventare una componente integrale della formazione e della pratica medica. Questo è particolarmente importante per i pazienti anziani, che sono spesso affetti da problemi di salute complessi non passibili di “cura”. La prevenzione quaternaria (“primum non nocere”), inclusa la prescrizione di farmaci quando appropriato, e gli esiti e le esperienze riportati dai pazienti dovrebbero ricevere la giusta attenzione nella formazione medica e paramedica. I caregiver dovrebbero essere coinvolti nel processo decisionale clinico, quando appropriato, tenendo in considerazione le preferenze e le priorità delle persone di cui si prendono cura.
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  • Ageismo Clinico – Negazione dei trattamenti disponibili o delle misure preventive
  • Manifestazione
  • L’ageismo porta a un’esclusione ingiustificata e discriminatoria basata sull’età dei pazienti anziani dai trattamenti che possono salvare loro la vita o essere essenziali per preservare la funzionalità e/o la qualità della vita. Gli anziani sperimentano anche discriminazioni nell’accesso alle misure preventive, come lo screening mammografico.
  • Conseguenze
  • I pazienti anziani, basandosi sulla loro età cronologica, sono meno propensi a essere considerati idonei a ricevere cure intensive o trattamenti medici e chirurgici complessi, indipendentemente dalla gravità della loro condizione di base o dal loro livello di capacità intrinseca.
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  • Azione
  • Le considerazioni sull’età biologica e sulla funzionalità, nonché sugli obiettivi di salute individuali e le preferenze di cura, invece che sull’età cronologica, dovrebbero guidare gli obiettivi e le scelte terapeutiche (si veda anche il precedente punto 4) e l’allocazione delle risorse terapeutiche alla popolazione geriatrica. Dovrebbe essere elaborata e correttamente implementata una legislazione per garantire che il razionamento delle cure sanitarie in base all’età sia proibito. Dovrebbero essere garantite cure di fine vita dignitose e di alta qualità.

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