Oggi emergono dei ricordi che forse il tempo aveva un po’ sbiadito e ai quali posso ridare colore. Si viveva in tempi duri e pericolosi, mia mamma era molto protettiva ma anche molto severa. Avevo poche amiche e se qualche volta riuscivo a sgattaiolare fuori a giocare, venivo quasi subito richiamata in casa. C’era sempre qualcosa da fare…cucito…uncinetto..maglia.
Detestavo starmene a casa e sentire le voci dei bambini che giocavano in strada, una cosa che a me era proibita. Ricordo che alla fine della terza elementare, durante le vacanze, dovetti confezionare un maglioncino rosso che mi fruttà molti complimenti dalla maestra ma che io odiai punto per punto. Mia mamma era severa anche con sé stessa, ma io non capivo e mi pareva del tutto naturale che, dopo tutto il suo lavoro giornaliero, lavorasse fino a notte tarda per rivoltare il mio vecchio cappottino o per confezionami una gonnellina più carina. I miei golfini abbinavano così bene i colori delle vecchie lane da sembrare autentici modellini. Quante ore, quanti punti ma io non ci pensavo nemmeno! Quando divenne difficile comprare anche le scarpe, imparò a farmi i sandaletti di tela per l’estate che a me non piacevano molto ma che erano invidiatissimi dalle mie compagne.
Quando facevo i compiti stava seduta vicino a me e se facevo le cosiddette “ orecchie d’asino “ ai miei quaderni, ripassava gli angoli con il ferro da stiro per raddrizzarli ma in quel caso una ramanzina non me la cavava nessuno! Quando sono diventata adulta la mamma mi chiese perdono per la sua eccessiva severità ma invece le sue lezioni mi servono ancora adesso!!