MEDICINA NARRATIVA – Dr.ssa Rosanna Guarini, Medico, Specialista in Medicina Preventiva, Counselor Relazionale

La Medicina Narrativa è un approccio che considera le storie dei pazienti come una risorsa per una medicina più efficace e precisa. Nasce come risposta alla crisi del sistema sanitario negli anni ’70. Nel 2000, la Prof. Rita Charon della Columbia University di New York ha inaugurato il primo corso di Medicina Narrativa per collegare la pratica medica con l’esperienza unica di ciascun paziente

In Italia a Roma nel 2014 si è svolta una conferenza di consenso sulle linee di indirizzo per l’utilizzo della medicina narrativa in ambito clinico-assistenziale che ha dato questa definizione: “Con il termine di medicina narrativa (mutuato dall’inglese “narrative medicine”) si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato (storia di cura)”. In sostanza, attraverso colloqui liberi tra medico e paziente, ma anche attraverso pratiche di scrittura ‒ di libri o racconti ‒, il paziente e il medico condividono le attività di base del “fare medicina”, ovvero la diagnosi e la cura. La narrazione libera permette infatti di individuare elementi più precisi, che non emergono nel corso di una normale raccolta dati organizzata.

La Medicina Narrativa ha finalmente dato valore a tutti gli aspetti della malattia combinati in vario modo tra loro: la malattia vera e propria, come si vive l’esperienza della malattia, gli aspetti sociali dell’essere malati. Cosa fondamentale per la prima volta il malato è stato visto come una Persona da ascoltare profondamente per capire i suoi bisogni, i suoi vissuti e renderlo così parte attiva del suo percorso di cura.

La mia esperienza di Medico

Ho sempre pensato, sin dai tempi dell’Università che il paziente dovesse essere “visto” in tutta la sua interezza: corpo, mente, anima.

Nella mia esperienza clinica di applicazione della Medicina Narrativa, quando chiedo al paziente mi racconti qualcosa di lei, della sua Storia si apre un mondo.

Perché permettere alla Persona di parlare liberamente, sospendendo qualunque tipo di giudizio, facilita la possibilità di creare un legame di fiducia e permette a chi ascolta di cogliere sfumature rispetto ai suoi bisogni, ai suoi vissuti che diversamente non si conoscerebbero. Ecco perché si parla di Medicina Narrativa, narrare e ascoltare diventa parte del percorso di cura.

Ho riscontrato che spesso esiste una sovrapposizione tra il racconto della propria Storia e l’insorgenza di un disagio, di una malattia, si perde un equilibrio per poterne ritrovare un altro insieme.

L’applicazione della Medicina Narrativa

L’applicazione della Medicina Narrativa basata soprattutto sull’ascolto vero della Persona per capire di che cosa ha bisogno in un contesto di cura, migliora le capacità terapeutiche e di riorganizzazione delle cure, permette di costruire un miglior clima di lavoro con i colleghi, permette di riscoprire il senso della propria professione, può contribuire a rendere il servizio sanitario più sostenibile. Se tutti coloro i quali ruotano intorno alla Persona: medici, infermieri, fisioterapisti, familiari imparano a “vederlo” in un modo diverso e si confrontano e comunicano tra loro stanno applicando la Medicina Narrativa.

Strumenti della Medicina Narrativa

Narrare di noi è una opportunità che possiamo sperimentare tutti in vari contesti, possiamo farlo avvalendoci della scrittura, ascoltando e narrando agli altri, ascoltando un racconto, una fiaba, osservando un quadro, tutti strumenti di cui la Medicina Narrativa in senso lato si avvale per aumentare il Benessere nella quotidianità.

Sono diversi anni che utilizzo la Fiaba, per lavorare in gruppi dove l’ascolto di una Fiaba permette condivisioni, riflessioni, idee, punti di vista. I vari personaggi della Fiaba diventano specchi per i partecipanti in cui, in un modo apparentemente leggero, si possono rivedere, la fiaba diventa il vettore per narrarsi, per capire come il più delle volte vi sono temi trasversali che colpiscono tutti. Ci si sente meno soli perché ognuno di noi ha la sua Storia. Dopo tanti anni ancora mi stupisco della meraviglia che la Fiaba muove in ognuno di noi, permettendo con la sua “ingenuità’” di parlare di noi, di alleggerire un po’ gli animi, di sorridere di sé stessi, di contattare e portare leggerezza nelle storie quotidiane che viviamo. Quando ho sentito parlare di Fiabe nel mio immaginario, pensavo che fossero rivolte solo ai bambini ma quando ne ho scoperto l’utilizzo per i grandi mi si è spalancato un mondo fantastico in cui poter tornare bambini con il bagaglio emotivo e culturale dei grandi. La Fiaba riesce a creare uno spazio di ascolto fluido, aperto in cui attraverso i personaggi i componenti del gruppo si possono identificare e raccontare la loro storia di malattia o di qualunque altro disagio vissuto o che si sta vivendo.

Concludendo possiamo affermare che “In medicina la narrazione della storia da parte dei pazienti è un atto terapeutico fondamentale, perché trovare le parole per contenere il disordine e le relative preoccupazioni dà forma e controllo sul caos stesso della malattia” scrive Rita Charon, fondatrice e direttore esecutivo del Programma di medicina narrativa presso la Columbia University di New York. Se adeguatamente orientata, la medicina narrativa può aiutare a migliorare le relazioni personali, l’alleanza terapeutica e promuovere l’aderenza al trattamento favorendo la crescita professionale degli stessi operatori. Questo approccio può fornire a tutti coloro i quali si occupano della Persona una conoscenza più approfondita che diversamente non riuscirebbero ad ottenere. In un mondo sempre più tecnologico dare valore agli aspetti umani della Cura è un bene prezioso da preservare.

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