Cicli e ricicli nella storia degli usi e dei costumi hanno portato a un nuovo fenomeno chiamato new
domesticity, una tendenza nata negli USA e che sta dilagando anche in Italia. Si tratta di cucire, fare la
maglia, coltivare un orto, preparare il pane, cioè la riscoperta del saper fare delle nostre nonne.
Conserve, marmellate, torte, pagnotte di pane,gomitoli di lana,maglioni e sciarpe fatti a mano invadono le
case tra lo svolazzare di grembiuli e nuvole di farina. Il tutto viene rivisto in chiave attuale dove al posto
dei libri di vecchie ricette ci sono i tutorial e i vari blog.
La spiegazione di questo ritorno al passato la troviamo nella ricerca di cibo sano per la impellente
necessità di controllare ciò che mangiamo, per il desiderio di essenzialità nei consumi, del fatto a mano, di
oggetti che sappiano raccontare una storia, di attenzione all’ambiente senza trascurare il divertimento.
Certamente un fenomeno post-femminista rinforzato da racconti di donne che lasciano brillanti carriere
aziendali per allevare pecore o che ritirano i figli dalla scuola pubblica o privata per istruirli a casa, da
movimenti come lo Slow Food o il Locavorism, secondo cui si devono comprare solo prodotti agricoli
coltivati localmente al fine di ridurre le emissioni relative ai trasporti ed incentivare l’agricoltura a km
zero.
Probabilmente le donne di oggi sono sature di tecnologia e interessate alla sostenibilità dell’ambiente, al
vivere in modo consapevole con una gran voglia di manualità e di tradizioni antiche.
New Domesticity
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