Nonni per tutte le stagioni – di Giorgetta Dorfles

Sono passati i tempi in cui i nonni guardavano arcigni dai ritratti e dalle foto d’epoca, suscitando timoroso rispetto e doverosa devozione.

Se una volta una persona di 60 anni si definiva già vecchia, oggi questa classificazione va ben oltre i 70 anni. Una prolungata efficienza che porta a due conseguenze: gli anziani sono tendenzialmente autonomi e solo un 6% vive con i figli, mentre questi, potendo ancora contare sull’affidabilità dei genitori, li usano molto frequentemente per risparmiare sulla baby sitter. Con l’evoluzione dei modelli sociali e familiari i nonni rappresentano dunque un puntello prezioso, sia in senso economico che affettivo, inoltre, liberi dalla responsabilità dell’educazione, possono porsi verso i nipoti concentrandosi sul piacere della relazione.

Secondo una statistica condotta fra gli adolescenti, la possibilità di un rapporto affettuoso con i nonni è molto diversa dai primi anni del ‘900: il distacco tra due generazioni così lontane diventa  stranamente una possibile affinità, perchè entrambi i poli sono risparmiati dalla frenetica attività della vita adulta. E’ un tempo che si apre, un tempo d’incontro che i giovani, andando spesso a trovare i nonni di propria iniziativa, sanno apprezzare perché ricevono consigli, attenzione, dialogo. La distanza viene ulteriormente accorciata dal confronto fra due punti di vista ugualmente degni d’interesse: se il nonno può trasmettere un’esperienza personale, le tradizioni e i miti familiari, anche il nipote ha qualcosa da insegnare, può addestrarlo sull’uso delle nuove tecnologie. Questa è la grande novità dell’epoca attuale: l’arricchimento culturale reciproco, il fecondo scambio intergenerazionale.

Paradossalmente i nonni che non convivono coi nipoti godono di un rapporto più privilegiato. Infatti, non essendo coinvolti direttamente nel processo educativo, possono avere una maggiore libertà nell’esporre le proprie vedute, anche se sono in disaccordo coi genitori, fino a prendere le difese dei nipoti e a rendersi loro complici. Nella coabitazione, invece, occorre privilegiare la costruzione di un’atmosfera familiare di concordia; anche per non mettersi contro i figli, i più anziani non devono intromettersi troppo e tendono ad adeguarsi alla loro strategia educativa.

La presenza del nonno è comunque un punto fermo per la famiglia, a cui può dare appoggio e conforto nelle situazioni difficili: basti pensare ai casi di separazione dei genitori, dove i nonni fungono da importante fattore di continuità e da supporto emotivo per i nipoti nel momento in cui le loro certezze si sgretolano,

  Infine il suo ruolo non si può specificare, perché non è legato a nessun vincolo prestabilito. In una società dove il ruolo, nella maggioranza dei casi, qualifica la persona, per il nonno un modello definito non esiste e quindi può liberamente scegliere la propria funzione come meglio crede. Chi è portato a vivere l’aspetto ludico, sarà un ottimo compagno di giochi per i nipotini, gli affabulatori potranno raccontare storie, descrivendo la propria vita o l’epoca in cui sono vissuti, i più seriosi saranno dei preziosi aiutanti nello svolgimento dei compiti, i naturalisti li porteranno a fare una passeggiata. E i ricconi? Attenti a non sommergere di doni i nipoti, che già di per sé tendono ad essere capricciosi e viziati.

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