“OPTIMUS DOMI”: L’INNOVAZIONE NELL’ASSISTENZA DOMICILIARE – della dott. Paola Brignoli, Gorlago ( Bergamo )

Cos’è “Optimus Domi”

“Optimus Domi” è un protocollo innovativo di assistenza domiciliare ideato nel 2002 da Paola Brignoli. Questo modello ha origine dall’approccio Person Centred Care (PCC) di Kitwood, il quale pone al centro la persona e il suo benessere e ha come fine ultimo quello di migliorare la sua qualità di vita mediante trattamenti psicosociali, ovvero non farmacologici. Il modello viene utilizzato e sperimentato dall’Associazione InsiemeAte Onlus che, negli ultimi anni, ha utilizzato questo tipo di servizio su famiglie site prevalentemente in provincia di Bergamo (sono attive alcune assistenze al di fuori della provincia, sul territorio lombardo).

“Optimus Domi” risponde alle necessità di assistenza di persone fragili presso il proprio domicilio e ha come mission quella di garantire il diritto della persona a un invecchiamento sereno nella propria casa, evitando l’isolamento.

Il protocollo “Optimus Domi” si fonda su tre pilastri che sono:

• L’ambiente;
• La relazione;
• l’alimentazione.

Questo a sottolineare come il suddetto tipo di approccio vada a considerare il benessere psicofisico dell’assistito nel suo complesso, prestando particolare attenzione alle sue abitudini, alla sua identità, alle relazioni che la persona ha costruito nel corso della sua vita. La conoscenza della storia di vita e del quadro generale dell’assistito diventano poi fondamentali per definire una Terapia Non Farmacologica efficace.

Il percorso di assistenza si rivolge anche alle persone con decadimento cognitivo di tipo Alzheimer e prevede revisioni periodiche al fine di adeguare il trattamento alle evoluzioni delle condizioni della persona assistita.

Il metodo “Optimus Domi”

Il metodo “Optimus Domi” si struttura su tre fasi principali.

1. La prima fase prevede un colloquio iniziale utente-familiare, seguito da una visita preliminare all’interno dell’abitazione dell’assistito, svolta da un tutor specialista dell’invecchiamento. La visita è fondamentale per conoscere il paziente, il suo spazio abitativo e i suoi familiari. In questa prima fase viene effettuato uno screening attraverso la somministrazione di test e scale quali MMSE (Mini-Mental State Examination), ADL (Activities of Daily Living), IADL (Instrumental Activities of Daily Living) che, assieme ad una check list, concorrono ad elaborare una scala di valutazione globale della persona. Sulla base di quanto emerso, in equipe viene poi elaborato il P.A.I. (Piano Assistenziale Individualizzato), successivamente condiviso con i famigliari del paziente.

  1. Nella seconda fase, il tutor specialista dell’invecchiamento, dopo la visita preliminare, effettua un incontro in equipe per individuare l’assistente famigliare più idoneo. Il tutor si occuperà di formare, indirizzare e supportare l’assistente famigliare per garantire la corretta attuazione del Piano Assistenziale Individualizzato. L’assistente viene formato in sede dal tutor e, in seguito, sulla base delle esigenze dell’utente, viene affiancato sul campo.
  2. Nella terza fase il tutor effettuerà visite a domicilio di monitoraggio del servizio assistenziale, aggiornando periodicamente il Piano Assistenziale Individualizzato, attraverso momenti di osservazione e valutazione. Nel modello “Optimus Domi” il tutor propone inoltre incontri di sostegno e formazione ai familiari, indirizzandoli ad effettuare valutazioni più approfondite se necessario. Si confronta, inoltre, con la famiglia per coinvolgere l’assistito in progetti innovativi volti a stimolare la sua autonomia e a promuovere una miglior qualità di vita.Tra questi, viene proposta la Doll Therapy (terapia della bambola) a domicilio, che aiuta a contrastare disturbi comportamentali e stimola l’assistito in caso di depressione o apatia. È possibile, inoltre, attivare percorsi di stimolazione cognitiva e, per i familiari, vivere l’esperienza Virtual Dementia Tour® di cui l’Associazione InsiemeAte Onlus è l’unico partner sul territorio italiano. Il VDT® è un percorso esperienziale individuale che viene condotto da personale certificato attraverso l’uso di specifici ausili, che consente a chi fruisce del percorso di vivere con maggiore empatia le difficoltà e le limitazioni del malato di demenza.

Il progetto assistenziale, gli interventi, i colloqui con assistente e famigliari, oltre a valutazioni e risultati, vengono registrati in un gestionale creato ad hoc.

“Optimus Domi”: necessario un accreditamento regionale

Il modello “Optimus Domi”, applicato dall’Associazione InsiemeAte Onlus, ad oggi non è ancora accreditato in Regione Lombardia. L’accreditamento in Regione è necessario affinché le famiglie possano ottenere forme di sostegno economico. Pertanto, l’Associazione InsiemeAte Onlus ha effettuato alcuni incontri in Regione Lombardia con la Direzione Generale e l’Assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità, a seguito dei quali si attendono sviluppi sulle posizioni della Regione in materia socio-assistenziale domiciliare.

Si è ribadita la necessità delle famiglie di avere, all’interno della propria abitazione, un team multidisciplinare che, oltre ad assolvere i bisogni primari dell’assistenza, sia in grado anche di prevenire o segnalare in modo tempestivo bisogni sanitari, al fine di ridurre le spese di un’assistenza sanitaria successiva più complessa. Secondo la visione di “Optimus Domi”, infatti, la propria casa rimane il luogo più adeguato per vivere la vecchiaia (ad eccezione di malattie che necessitano di assistenza medica continua), per cui un aiuto alle famiglie è fondamentale affinché l’assistito possa rimanere nel proprio contesto sociale e abitativo.

COMMENTA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

I NOSTRI PARTNER

SEGUICI SUI SOCIAL

Share This