Antonio Terenghi pubblica per la Casa Editrice Universo dal 1951 Pedrito el Drito, un personaggio che ottiene da subito un grande successo e avrà una lunga vita sulla carta stampata.
Compare dapprima sulle pagine di alcuni albi a striscia della stessa Casa Editrice come Forza John e Rocky Rider, siamo nel periodo in cui gli albi di questo formato dominavano il mercato dei fumetti, poi, forte del successo ottenuto, passa nelle pagine finali degli Albi dell’Intrepido, quindi in un formato più grande a tutta pagina e sul Monello.
Pedrito è all’inizio un semplice cow boy immerso in un ambiente che ricorda il far west hollywoodiano, ma con il tempo, visto il successo presso i lettori, diventa sceriffo di una città di frontiera: Tapioka City.
Il suo aspetto è abbastanza singolare; sulla testa porta un cappello di una misura troppo piccola per la sua taglia, è calvo e porta dei grandi baffi a manubrio che lo caratterizzano. Il suo abbigliamento rimane per lungo tempo immutato. Oltre allo striminzito cappello da cow boy indossa un gilè nero, sul quale spicca la stella di sceriffo, dei pantaloni blu e degli stivali gialli (ma qualche volta rossi).
Sua moglie Paquita che lo accompagnerà in tutte le sue avventure compare nelle tavole quasi sempre in atteggiamento aggressivo verso il povero Pedrito che insegue brandendo un mattarello per punirlo di qualche malefatta. La coppia però trasmette una grande simpatia e in qualche avventura le attenzioni di Paquita sono meno violente, anzi sono amorose.
Le vicende si svolgono a Tapioka City che è una classica cittadina dell’ovest americano dove il centro della vita sociale è l’immancabile saloon. È questo il luogo nel quale il nostro sceriffo preferisce trascorrere il suo tempo ed è qui che trova i migliori amici. Tutti gli avventori del saloon sono suoi amici ma il più importante è Joe Bardolin (nomen omen). Nelle vicende compaiono anche le mogli degli ubriaconi che fanno compagnia a Pedrito e anche loro sono all’inseguimento dei rispettivi mariti che vogliono riportare sulla retta via. La bevanda preferita è l’italianissimo Barbera.
Molti sono i comprimari delle storie, fra i più notevoli ci sono Sam il proprietario del saloon, il moralista Latticino Fiordaliso, il malvagio Tony Terry che vuole diventare sceriffo al posto di Pedrito e Chon Laney che aiuta Tony Terry a raggiungere il suo scopo.
In una storia western non possono mancare gli indiani che qui sono rappresentati da due tribù, quella dei Pistilli Forellati il cui capo è Pistillo Fumante e il più importante guerriero è Pistillo Tonante e l’altra che partecipa alle avventure è quella degli Alluci Allucinanti il cui capo è Alluce Smisurato.
Anche il cavallo di Pedrito ha la sua parte nelle storie di questo personaggio umoristico come si può vedere in questa tavola originale che accompagna l’articolo.
Memorabili sono anche le sue imprecazioni una delle quali è particolarmente rimasta nella nostra memoria: “Per i tappi di tremila damigiane” (il numero delle damigiane poteva variare da avventura ad avventura).
Le numerosissime tavole di Pedrito el Drito raccontano un far west da operetta che ha rallegrato molte generazioni di lettori per oltre trent’anni e Sergio Bonelli, l’editore di Tex, ha voluto nel 2000 pubblicare per celebrare il cinquantesimo anniversario della nascita di questo gimportante personaggio del fumetto umoristico italiano un volume a lui dedicato. La storia è scritta dal grande Alfredo Castelli e disegnata dall’altrettanto grande Antonio Terenghi che non ha mai ceduto Pedrito ad altri disegnatori. Il nostro simpatico sceriffo ritorna nella sua Tapioka City con Paquita e i suoi amici e la tribù dei Pistilli Forellati in un’esilarante avventura che ci fa ritornare con la memoria a quando si andava a comprare l’Albo dell’Intrepido e per prima cosa si leggeva la tavola di Terenghi e solo dopo la storia principale.