PRECONCETTI come onde sul bagnasciuga – di Luca Lodi, educatore professionale e autore per passione.

Amante delle narrazioni; in particolare di quelle che sono cariche di anni e di quelle legate alla Cura.

Penso di sapere. Ecco dove nasce ogni preconcetto, infatti è il concetto stesso è circoscrivibile in una definizione quale: “opinione che, non essendo sostenuta dall’esperienza, può costituire un serio ostacolo alla formulazione di un giudizio appropriato.” Se rapportiamo questo concetto al contesto comunità della RSA il concetto si amplia o si ridimensiona?

Rsa questa sconosciuta. Ahimè le residenze per persone anziane sono inondate da preconcetti che come onde sul bagnasciuga erodono la costa della realtà.

Exit. Ecco la parola che non si ammetterà mai, ma che si pensa quando si accosta una persona anziana ad un contesto di residenzialità. Fuori dal paese, fuori dalla sua comunità, fuori dalla famiglia di appartenenza. Vero. Ma pur sempre vero è che se esce da un contesto ne entra in uno nuovo. Ed ecco allora il senso di questo contributo letterario: fornire una riflessione sul concetto di RSA, senza bagnarci i piedi in inutili e freddi stereotipi. Ma per far ciò come ci suggerisce la definizione di apertura bisogna formulare un giudizio appropriato basato da una sostenuta esperienza.

Comunità. La RSA è una comunità con dei confini, un linguaggio, delle usanze e tanto altro che è proprio e distintivo. Si pensa alla RSA come luogo dove si terminano i giorni senza pensare al fatto che sia un contesto di possibilità. Un esempio? La maggior parte delle persone anziane che provengono dal domicilio vivono in una condizione con una rete sociale impoverita e il più delle volte dove non sono presenti pari età, di conseguenza il confronto e il rito del ricordare assieme sbiadisce oscurato da evidenze generazionali. In RSA questo si amplia oltremodo: diversi anziani si sono ritrovati dopo aver condiviso anni addietro lo stesso posto di lavoro o contesto comunale.

Ossimoro per eccellenza potrebbe essere anzianità feconda. Questo è quello che accade ogni giorno in RSA. Anziani che rendono fecondi attimi di vita perché li arricchiscono di aneddoti, di sorrisi, di condivisioni e persino di gesti di gentilezza. Dove non hanno timore di dare del tu, dove il rispetto rimane ma ama contaminarsi della confidenza.

Nonno è un nomignolo impersonale. Chiamare per nome è conoscere. Affidarsi e tuffarsi nelle storie delle persone anziane è un privilegio. La nostra comunità, la nostra cultura non ha idea di cosa si perde ad evitare le RSA. Non ascolta le storie dei nostri anziani. Non riesce a cogliere il passaggio di consegna a livello generazionale.

Cura: un termine che racchiude tanto. La cura che viene offerta non è quella che si rifà nel soddisfare i bisogni primari delle persone anziane, anche. È più ampia e va ad abbracciare tutta la persona, la sua storia e i suoi desideri. La cura non avviene solo in un senso; molte volte mi sono sentito curato da un’attenzione non richiesta, da una carezza o da uno sguardo. C’è un mondo dietro un viso contornato da rughe. Un mondo capace ancora di dare.

Esistenza allora diventa un termine che racchiude una dignità che si raggiunge attraverso una comunità aperta capace di gesti di gentilezza e tenerezza. Fatti di rispetto, sapendo dare valore al più piccolo istante. Perché sì, la percezione del trascorrere del tempo trova nuova accezione.

Tutti siamo chiamati ad essere partecipi della comunità della RSA. Tutti abbiamo il diritto e il dovere di stare accanto alle persone anziane.

Toccare una mano vissuta è allora benedizione. Perché in quel tocco una vita vissuta decide di posarsi sulla mia generando un’interazione squisitamente umana. Un incontro che travalica le generazioni: una persona che incontra una persona.

Occasione. Quale occasione allora sono le RSA. Sono comunità che accolgono, assistono, proteggono e valorizzano le persone anziane. Questo concetto, purtroppo, non sempre è colto da chi vi opera figuriamoci da chi sta fuori. E allora il preconcetto persiste; sta a noi a cambiarlo. A me e a te che leggi questo breve scritto. Un passettino lo abbiamo già fatto… sai? Se leggi in verticale le prime lettere di ogni piccolo paragrafo leggerai la parola PRECONCETTO riscritta con la descrizione della possibilità di un incontro vero: il tuo quando ti recherai in RSA nel cercare di non perdere un’importante opportunità d’incontro.

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