Vediamo innanzitutto cosa significa questa definizione, che è stata coniata dagli studiosi di scienze sociali come un concetto di benessere multidimensionale; infatti, accanto a un tradizionale parametro di tipo economico, se ne sono aggiunti altri che l’hanno trasformata in un obiettivo politico, dove la qualità della vita diviene il punto di riferimento per lo sviluppo di una società sostenibile. Sì iniziò così ad usare questa espressione per riferirsi ad una aspirazione sociale che tiene conto di una gamma di nuovi valori da poco emergenti, come l’auto realizzazione individuale, l’autonomia personale, la possibilità di esprimersi e di avere un buon rapporto con l’ambiente. Insomma, una tensione al benessere che non deriva da assunti puramente economici, ma diviene riposta al senso d’insicurezza indotto da una vita sempre più caotica, all’aumento vertiginoso dei consumi, ai pericoli generati da un inquinamento crescente.
Si possono determinare quattro possibili indicatori della qualità della vita, che vanno combinati e costruiti insieme. Primo: la progettualità, il saper fare, la capacità individuale di svolgere un compito. Secondo: l’istruzione, l’identità culturale, riferita alla lingua, le tradizioni e gli stili di vita.
Terzo: la socialità, la convivenza pacifica, il lavoro di gruppo e la capacità di essere solidali. Quarto: la qualità ambientale del territorio di residenza. In sintesi si può dire che esiste benessere quando possiamo rispondere alle richieste dell’ambiente con le capacità adeguate a valorizzarne le risorse, ma anche assecondando le aspirazioni personali, oppure quando percepiamo che la nostra identità individuale e sociale si equilibrano armonizzandosi tra loro.
Tornando a Trieste come città ad elevata densità di popolazione anziana, è sicuramente un luogo accogliente, dove si usa resistere più a lungo alla tentazione di mettere i remi in barca. Le persone di una certa età hanno infatti molte occasioni di svolgere attività all’aria aperta, dalle barche appunto, per chi se le può permettere, alle nuotate, i bagni di sole, le gite in Carso, le passeggiate a Barcola.. A questo si aggiunge la socialità incoraggiata dai numerosi bar, pieni fin dal mattino di buontemponi fruitori di spritz, dove s’incrociano i calici fra battute e vitz giocosi. E’ il famoso morbin triestino, alimentato dai gradi alcolici.
E’ proprio il tempo libero ad essere in cima alla pagella della classifica, assieme alla cultura; infatti non mancano le mostre nei musei o nelle gallerie private, le conferenze e le presentazioni di libri (attualmente in sofferenza causa covid), gli interessanti corsi delle Università per adulti e della stessa ARIS. E non trascuriamo la città a misura d’uomo, con un traffico sopportabile, una rete di autobus sempre in orario, un’aria spazzata dalla bora e il respiro del mare che riempie i polmoni.
A qualsiasi età possiamo quindi beneficiare di questo primato e goderci la benefica qualità della vita di Trieste.