Quanto dobbiamo occuparci dei nipoti?

Si calcola che in Italia ci siano più di 12 milioni di nonni che si prendono cura dei nipotini e si valuta che il “baby-sitteraggio” gratuito dei nonni si traduce in un risparmio complessivo di 24 miliardi per le famiglie cui appartengono.

In alcuni casi se non ci fossero i nonni ad occuparsi dei nipoti, le famiglie non ce la farebbero a sopravvivere economicamente con un grosso rischio di disagio sociale. Certamente la scarsità e il costo degli asili nido pubblici e di quelli privati con orari che difficilmente soddisfano le esigenze lavorative della coppia non aiutano a risolvere il problema. Inoltre I nonni assicurano un affetto e una cura per i bimbi maggiore rispetto al personale che lavora negli asili.

Da un articolo di Natascia Alibani apparso su “ Roba da Donne “ del 16/01/24 apprendiamo che

in Italia i soli obblighi cui i nonni sono sottoposti, in egual misura, è quello del mantenimento dei nipoti laddove i genitori, principali deputati a questo compito, come stabilito dall’articolo 316 bis del Codice civile, non siano in grado, per motivi validi, di adempiervi. La normativa, nella fattispecie, spiega che

  • l’obbligo grava su tutti i nonni, indipendentemente dalla linea e dal genitore impossibilitato.
  • i nonni sono tenuti a mantenere i nipoti soltanto quando entrambi i genitori sono impossibilitati.
  • l’impossibilità di mantenimento dai parte dei genitori deve essere del tutto involontaria.

Ne consegue che se uno dei due genitori non può provvedere al mantenimento dei figli – magari perché ha perso il lavoro – è l’altro non è economicamente autosufficiente per mantenerli in autonomia, i nonni di ambo i lati sono chiamati a contribuire, in base alle proprie capacità economiche (e non solo alle esigenze dei nipoti).

Parliamo quindi di situazioni limite, ma in Italia non c’è alcuna legge che stabilisca l’obbligo per i nonni di badare ai nipoti in maniera continuativa.”

Ed è proprio questo il tema che vogliamo trattare anche se siamo consapevoli di sollevare numerose resistenze a questa esposizione.

Nel 2016 un’altra indagine ha stabilito che nel nostro paese il 33% dei nonni si prendeva cura quotidianamente dei nipoti, contro l’1,6% della Danimarca o il 2,9% della Svezia. Ma gli psicologi che si interessano delle tematiche dell’invecchiamento sano affermano proprio che l’aiuto dei nonni non deve essere un obbligo costante e non si dovrebbe dare per scontata la loro presenza solo per il fatto di essere di famiglia e, pertanto, nessun nonno deve essere costretto a badare ai nipotini. Purtroppo succede e non così raramente che alcuni genitori si approfittino della disponibilità dei nonni dandola per scontata, tanto che spesso nonni e nonne sono letteralmente costretti ad occuparsi dei nipotini. Questi figli chiusi come sono nel loro egocentrismo credono che tutto sia loro dovuto e che i nonni, ormai vecchi, non abbiano più diritto a una vita propria, non abbiano più interessi e desideri, impegni e attività autonome.

I nonni accondiscendono per l’attaccamento verso i nipoti e per paura di perdere l’affetto dei figli rinunciando a qualsiasi scelta di autonomia. Non si rendono conto di essere manipolati, di andare oltre a ciò che sarebbe giusto e che la loro età richiederebbe maggior attenzione verso sé stessi. Siamo di fronte a un circolo vizioso che ha la forma del ricatto morale e che fa emergere la figura del nonno schiavo , obbligato a fornire il suo tempo, il suo impegno e il suo sostegno economico. E’ una forma di moderna schiavitù dove, al posto delle catene, vengono usati i forti legami emotivi.

Lo psicologo Alessandro Ricci suggerisce che “il compito dei nonni è quello di sostenere i propri figli nel loro ruolo genitoriale, condividendo spazi di vita con i nipoti, senza sostituirsi ai figli, mantenendo chiari i confini. Nello stesso tempo, anche i genitori devono essere attenti a non coinvolgere eccessivamente i nonni nella cura dei nipoti. Ciascuno deve mantenere il proprio ruolo, fare squadra, essere una compagine nella quale ognuno ha il proprio spazio educativo”.

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