Chi dorme non piglia pesci è un famoso proverbio italiano che ha accompagnato la nostra crescita e che ha contribuito a far diventare il sonno una delle abitudini salutistiche più sottovalutate.
Quando pensiamo a stili di vita corretti ci vengono in mente una sana alimentazione, un’attività fisica costante, ma ci dimentichiamo del sonno e di tutte le buone abitudini ad esso correlate capaci di coglierne i benefici.
In tutto il mondo ci sono centri universitari specializzati che studiano ininterrottamente le funzioni del sonno e che continuamente smentiscono il proverbio: il tempo dedicato al sonno è tutt’altro che tempo perso.
Dormire è fondamentale per la nostra salute. Ma perché? Cosa accade nel nostro sistema mente corpo quando dormiamo?
Scopriamolo insieme facendoci aiutare dalla scienza.
Durante il sonno il nostro cervello fa le pulizie.
Nel 2012 il Centro di neuromedicina dell’Università di Rochester diretto da Maiken Nedergaard dimostra l’esistenza di un sistema di idropulizia capace di eliminare il materiale di scarto del cervello, potenzialmente tossico. Per dirla con parole semplici alcune cellule formano un sistema di drenaggio che si sviluppa lungo le vene e le arterie del cervello, e permettono ad un liquido di scorrere per tutto il cranio, raccogliendo e smaltendo le tossine, l’immondizia dell’organismo. Non so ogni quanto dedicate tempo alle pulizie di casa, ma nel nostro cervello ogni notte passa una squadra portentosa.
Un’altra sorprendente scoperta fatta nel corso della ricerca è che durante il sonno il sistema glinfatico è quasi dieci volte più attivo, il flusso del liquido negli spazi interstiziali del cervello aumenta del 60 per cento, come se le sue cellule in qualche modo si “stringessero” per permettere un lavaggio più efficace del tessuto cerebrale. Un po’ come accade nelle nostre città con il lavoro degli spazzini: avviene di notte, quando c’è meno traffico nelle strade.
Se il sistema glinfatico non riesce ad eliminare le tossine in modo adeguato nell’area del cervello, il materiale di scarto comincia ad accumularsi andando ad incidere sull’insorgere di alcune patologie, dalle malattie neurodegenrative e cardivascolari, a quelle legate alla salute mentale. A questo proposito è stato messo in evidenza dai ricercatori il legame tra invecchiamento, quantità e qualità del sonno e aumento del rischio di Alzheimer e altre forme di demenza. Uno studio del 2019 ha rilevato un aumento del rischio di demenza in coloro che dormono meno di 6 ore a notte durante la mezza età. In particolare la breve durata del sonno persistente all’età di 50, 60 e 70 è stata anche associata a un aumento del 30% del rischio di demenza indipendente da altri fattori potenzialmente trainanti.
Pensate davvero quanto è importante avere cura del proprio sonno.
Uno dei passi più semplici per introdurre gradualmente l’attenzione al sonno è creare una routine per accompagnarsi ad andare a letto e favorire un ottimale riposo notturno: modificare le proprie abitudini serali è un cambiamento semplice ed efficace per preparare al sonno corpo e mente. Se si svolgono ogni sera le stesse attività nello stesso ordine, il cervello le percepirà come un preannuncio del sonno, predisponendo al rilassamento.
Possiamo prima di andare a letto:
– spegnere tutti i dispositivi elettronici tre ore prima per evitare che le luci blu del display di cellulare, pc, televisore, blocchino la produzione di melatonina, l’ormone che ci accompagna verso un sonno ristoratore;
– leggere qualche pagina di un buon libro o ascoltare musica rilassante;
– stare in compagnia delle persone che amiamo o di animali;
– coccolarsi con una buona tisana, un bagno caldo.
Nella tua routine della sera, ti suggerisco di inserire questo audio straordinario da ascoltare, saprà accompagnarti ad un profondo relax e ad una sensazione di calma e serenità profonde che raggiungeranno anche le persone a cui sceglierai di connetterti.
Ricorda che il benessere è fatto di scelte e routine capaci di trasformare il sonno in una priorità.