UN GIOCO DA RAGAZZI: L’AUTOPISTA

Uno dei primi giochi per un bambino di tre anni è correre dietro a una palla ma diventando più grande nasce il desiderio di guidare un camion ribaltabile o un’auto con la sirena fino a voler condurre un’auto filoguidata o telecomandata. Con la crescita viene affascinato da un prodotto messo in vendita dalla Politoys nei primi anni ’60 : l’autopista o con il termine inglese slot cars che identifica dei modellini di auto da corsa da utilizzare su piste elettriche. Nel 1965 l’azienda prese il nome di Polistil introducendo sul mercato dei modellini in metallo pressofuso con i quali hanno giocato milioni di italiani.

Queste slot car erano formate da un telaio, da un motore, da un pick up dotato di ‘spazzole’ che, strisciando sulla pista trasferivano la corrente al motore, e da una carrozzeria che riproduceva i veicoli di Formula 1. Le prestazioni dei modelli in pista si controllavano attraverso l’uso di pulsanti con i quali si regolavano manualmente l’accerelazione e la frenata.

La pista adatta ad un uso domestico fa parte di un circuito elettrico dove un trasformatore o un accumulatore elettrico forniscono la corrente continua necessaria al funzionamento dell’impianto. La corrente passa attraverso due binari, inseriti nella plastica nera della pista e viene raccolta da due spazzole in rame, poste sulla parte inferiore del modello, che la trasmettono al motore elettrico.

Ma veniamo ai ricordi… Con molta pazienza si tiravano fuori dalla scatola i vari tronconi della pista e si disegnava la tortuosità e le curve sopraelevate. Molta attenzione si doveva fare affinché i tronconi aderissero perfettamente uno con l’altro altrimenti la corrente elettrica non poteva passare e poi si doveva pulire le rotaie di scorrimento dalla polvere con un batuffolo imbevuto di alcool denaturato per non frenare la velocità delle automobiline. L’azione seguente era quella di estrarre dai box di polisterolo le vetture e con molta premura si dovevano appiattire le spazzole di rame per permettere i contatti con la pista. Fatto tutto questo si iniziavano le dispute sulla scelta della vettura chi la voleva blu chi rossa. Finalmente le vetture venivano poste sulla linea di partenza e veniva fatto un provino di accelerazione e di un buon contatto con la pista elettrificata.

Dopo tutti questi controlli si partiva ma spesso la velocità non era supportata dall’aderenza per cui la vettura usciva rovinosamente di pista. Nuova interruzione e nuova revisione dei contatti.

Difficilmente si riusciva a completare il numero di giri previsto e così la vittoria non veniva attribuita. Altre volte per un movimento misterioso i tronconi della pista si disunivano e la gara veniva sospesa per mancanza di elettrificazione

Ma i ragazzi si sentivano piloti di Formula 1 e così passavano interi pomeriggi. Altro che i videogiochi di adesso !!

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