Quando la famiglia decise di acquistare un divano non lo scelsero per l’eleganza o per il prezzo, ma per la misura che era esattamente quella necessaria al loro piccolo soggiorno.
Quando arrivò in casa fu accolto con tutti gli onori; ad una estremità fu sistemato il portariviste perché il padre avesse sempre a portata di mano i suoi giornali; all’altra un capiente cestone per i lavori di ricamo e cucito della mamma.
All’inizio il divano fu trattato con la massima cura, reso più allegro da una serie di cuscinotti morbidi e colorati, spazzolato, lisciato…Ben presto però i cuscinotti presero parte a qualche battaglia…l’angolo ritenuto il posto più comodo venne disputato dai ragazzi con qualche gomitata. A volte la mamma, tornando dalla spesa, capiva benissimo chi ci aveva bivaccato sopra dalle briciole di biscotto o da qualche carta di caramella finita sotto i cuscini…
Ancora meno rispettosi i molti ragazzini che lo abbordavano nelle festicciole e più di qualche macchia, ripulita alla meglio, lasciò aloni indelebili con gran seguito di rimproveri e brontolamenti.
Il divano era contento quando di sera tutta la famiglia si sedeva tranquillamente a parlare, a guardare la televisione, a fare progetti. Ci furono anche sedute tempestose per qualche problema familiare o per qualche pagella non proprio brillante e sedute malinconiche per qualche evento triste o doloroso. In questi casi, il divano avrebbe voluto diventare più morbido e accogliente per consolare i suoi ospiti.
Forse avrebbe voluto anche ridere quando- più di qualche sera – la mamma e il papà si rilassavano e decidevano di guardare un film e poi, prima l’uno e dopo l’altro, si addormentavano. Sembravano ben sincronizzati: uno si addormentava il primo tempo, l’altro si assopiva il secondo…Alla fine si raccontavano a vicenda quello che avevano visto…
Quando i figli lasciarono la casa per altre dimore e altri divani, il nostro era un po’ stanco e invecchiato. I padroni di casa decisero che almeno lui poteva ringiovanire attraverso le abili mani di un tappezziere.
Ma quando ritornò a casa, rimesso a nuovo, le cose non erano più come prima…Il divano sentiva parlare di figli, di nipoti, di problemi di salute e di visite mediche…niente più briciole, niente macchie, niente cuscinate, troppa calma, troppo silenzio…
E venne il momento in cui il divano ospitò una persona sola….
Il vecchio divano sogna ancora piedini che si arrampicavano su di lui, manine sporche di cioccolato, giornalini alla rinfusa, zaini scraventati senza riguardo che gli ammaccavano i cuscini e i giusti rimproveri che poi non servivano a molto……
Lasciamolo ai suoi ricordi…anche i vecchi divani hanno diritto di sognare !!!!