UNA FIGURA IMPORTANTE: L’ANIMATRICE DI COMUNITA’ – di Katiuscia Parentini, Empoli

Sono un’animatrice di comunità, lavoro da ormai tanti anni in un circolo ricreativo frequentato da persone con demenza senile e malati di Alzheimer. L’animatore non è solo quello che solitamente troviamo alle feste ma è una persona specializzata in tecniche di socializzazione e relazione, tecniche di stimolazione cognitiva. Io propongo ai miei ospiti svariate attività che cambiano di giorno in giorno.

Solitamente al mattino preferisco fare esercizi di stimolazione con apposite schede scelte in base alle capacità residue dell’individuo. Prediligo schede di logica sulle sequenze di colori perché i colori sono una delle prime cose che si imparano e restano nella mente. Inoltre propongo esercizi di memoria visiva utilizzando il gioco del memory in cui necessita accoppiare figure uguali. Somministro semplici indovinelli , sinonimi e contrari, proverbi, esercizi di scrittura dettando piccole frasi che dovranno essere trascritte.

Un’attività che ha sempre un riscontro positivo sono le letture di gruppo a cui seguono sempre commenti
che raffiorano dai ricordi di un vissuto, ricordi della casa, della famiglia dei viaggi. Questo è un momento molto commovente, capita spesso che qualcuno si emozioni. Il pomeriggio quando di solito il livello di attenzione diminuisce notevolmente preferisco proporre laboratori più creativi e manuali. Spazio nell’utilizzo di varie tecniche di pittura, dalle tempere agli acquerelli ai semplici pennarelli e matite. Ho constatato che la pittura a tempera con le dita è molto rilassante e comunicativa. In pratica verso dei colori su un foglio e lascio l’anziano libero di fare ciò che vuole su quel foglio e con quel colore.

All’inizio sono titubanti pensano di sporcarsi, ma poi quando iniziano ,accarezzano il foglio a mano aperta lasciandosi trasportare, qualcuno scrive con le dita o con le unghie, qualcuno accenna dei disegni. Ogni gesto lascia la sua impronta unica e irripetibile. Le mani hanno un filo diretto con il nostro io interiore e il risultato è sempre curioso. Oltre a questo facciamo anche attività ludiche con la palla con i birilli tracciando dei semplici percorsi in cui dovranno cimentarsi senza far cadere nulla,poi la classica tombola e il gioco dell’oca. L’animatore per l’anziano è una figura di riferimento importante infatti è la persona che lavora al suo fianco che lo ascolta che gli porge una mano e una spalla su cui appoggiarsi quando è stanco. L’animatore diventa il loro confidente e spesso anche il confidente del caregiver. Mi trovo sovente ad ascoltare il familiare che mi confessa la sua difficoltà nel gestire il parente anche nelle più semplici attività di vita quotidiana.

Mi dicono “ preferisco parlarne con te perché del geriatra mi vergogno troppo”. Lo scorso Natale ho scritto due righe raccolte in un piccolo librino con alcuni suggerimenti per la gestione di alcune criticità che ho poi regalato alle famiglie. Non ho la presunzione di insegnare nulla a nessuno ma agendo sul campo ,vivendo di persona tutte le difficoltà che riscontro quotidianamente lavorando, ho voluto condividere le strategie che conosco ed attuo per il sostegno.

Credo che fra le righe si sia capito che sono soddisfatta di quello che faccio. Il mio è un lavoro emotivamente faticoso ma gratificante. Il “GRAZIE” delle persone a cui hai dedicato la tua attenzione, la tua cura, la tua esperienza, è un abbraccio che ti scalda il cuore!

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